Il nuovo Consorzio industriale sudpontino è illegittimo, lo dice la legge Severino

“Incandidabilità dei condannati per reati non colposi. Delega al governo italiano ad adottare, entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge (entro il 28 novembre 2013), un decreto legislativo recante un testo unico della normativa in materia di incandidabilità a tutte le cariche pubbliche elettive e di divieto di ricoprire le cariche di presidente e componente del consiglio di amministrazione di consorzi, dei consigli e delle giunte delle unioni di comuni, di aziende speciali e istituzioni nonché degli organi esecutivi delle comunità montane. Tale delega è stata attuata con il d.lgs. 235/2012.”

L'ex ministro della giustizia Paola Severino
L’ex ministro della giustizia Paola Severino

Si tratta di un passaggio del testo della legge Severino, nella quale viene espressamente indicata la non eleggibilità, per incarichi in enti pubblici, per quelle persone condannate per reati non colposi. In particolare – si legge – tale prescrizione va adottata per i componenti e i presidenti dei consorzi. Come ad esempio i consorzi di sviluppo industriale. Una chiara prescrizione di legge che sembra non aver avuto effetto per la costituzione del nuovo consiglio di amministrazione del Consorzio di sviluppo industriale del sudpontino, votato solo qualche giorno fa. All’interno del nuovo Cda, infatti, oltre al presidente Salvatore Forte – al terzo mandato, e indagato per inquinamento del mare del Golfo – troviamo Antonio Sparagna e Antimo Merenna. Proprio quest’ultimo – come abbiamo recentemente ricordato – è stato condannato in Appello per il reato di usura, insieme al figlio Erasmo, ex consigliere comunale di Formia.

Il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca
Il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca

AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE, STIPENDI E INCARICHI … QUESTI SCONOSCIUTI. Tuttavia la legge Severino – pur trattandosi di una legge dello Stato – ha prodotto dalla sua entrata in vigore già numerosi precedenti per i quali gli effetti stessi della legge sembrano non aver avuto i risultati sperati. Un esempio lampante è il caso del governatore della Regione Campania. Dopo la proclamazione a seguito della vittoria alle elezioni regionali è stato dapprima sospeso per effetto della legge ma, a seguito del ricorso al Tar, ha ottenuto la sospensiva alla sospensione. Discorso diverso per l’ex presidente della Provincia di Latina Armando Cusani, condannato per abuso d’ufficio e sospeso dalla carica.


Ci sono poi altri passaggi della Legge Severino che aprono grossi dubbi sulla legittimità dell’azione del Consorzio. Secondo il testo della legge infatti “si prevede l’obbligo per i siti istituzionali di creare un’apposita sezione – “Amministrazione trasparente” – nella quale inserire tutto quello che stabilisce il provvedimento”. Ad oggi sul sito istituzionale del Consind esiste sì una pagina dedicata all’amministrazione trasparente, che risulta tuttavia “in allestimento”.

E ancora – si continua a leggere dal testo della Severino – “Altre disposizioni riguardano la pubblicazione dei curricula, degli stipendi, degli incarichi e di tutti gli altri dati relativi al personale dirigenziale e la pubblicazione dei bandi di concorso adottati per il reclutamento, a qualsiasi titolo, del personale presso le PA”. Nulla di tutto ciò sul sito del Consind sudpontino. A questo proposito vale la pena citare un intervento del Movimento 5 stelle che ha annunciato la sollecitazione delle autorità competenti per la valutazione dell’attività poco trasparente del Consind.

Salvatore Forte
Salvatore Forte

L’INCOMPATIBILITA’ DEL PRESIDENTE FORTE. L’avvocato e consigliere comunale di Formia Salvatore Forte – eletto per la terza volta presidente – presenta profili di incompatibilità col ruolo di presidente. Infatti tornando alle indicazioni della legge Severino, leggiamo tra le fattispecie di incompatibilità, almeno due situazioni che possono riguardare la posizione nella quale si trova ad agire nell’esercizio delle sue funzioni il consigliere comunale di Forza Italia (in neretto):

  • Inconferibilità di incarichi in caso di condanna per reati contro la pubblica amministrazione, anche con sentenza non passata in giudicato;
  • Inconferibilità di incarichi a soggetti provenienti da enti di diritto privato regolati o finanziati;
  • Inconferibilità di incarichi a componenti di organo politico di livello regionale e locale;
  • Incompatibilità tra incarichi e cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati nonché tra gli stessi incarichi e le attività professionali;
  • Incompatibilità tra incarichi amministrativi di vertice e cariche di componenti degli organi di indirizzo nelle amministrazioni statali, regionali e locali;
  • Incompatibilità tra incarichi dirigenziali interni e esterni e cariche di componenti degli organi di indirizzo nelle amministrazioni statali, regionali e locali;
  • Incompatibilità tra incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico e cariche di componenti degli organi di indirizzo politico nelle amministrazioni statali, regionali e locali;
  • Incompatibilità tra incarichi di direzione nelle Aziende sanitarie locali e cariche di componenti degli organi di indirizzo politico nelle amministrazioni statali, regionali e locali.
Il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano
Il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano

IL CASO MITRANO, UN PRECEDENTE DI INCOMPATIBILITA’. Sulla questione dell’incompatibilità di Salvatore Forte esiste già un noto precedente che riguarda tra l’altro un collega di partito di Salvatore Forte – ovvero il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano – i cui tre incarichi gestiti contemporaneamente (commissario del parco regionale Riviera di Ulisse, dirigente comunale a Fondi e sindaco di Gaeta) finirono in una relazione della Civit. La Civit – Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche – è stato l’antesignano dell’Anac – l’autorità nazionale anticorruzione guidata dal magistrato Raffaele Cantone – alla quale ha lasciato il passo dopo essere durata appena 5 anni, dal 2009 al 2014. Nel 2013 la Civit si espresse circa una serie di situazioni di incompatibilità arrivate da varie parti d’Italia, sulla base del decreto legislativo nr. 39/2013, e indicando appunto l’incompatibilità tra incarichi politici e incarichi di funzionari amministrativi. Una indicazione chiara, seppur priva della immediata decadenza, insomma un parere. A seguito del quale Mitrano chiese l’aspettativa come dirigente a Fondi fino alla conclusione del mandato come sindaco di Gaeta.

Il consigliere regionale Giuseppe Simeone
Il consigliere regionale Giuseppe Simeone

IL CASO APREA. Alla fine la votazione c’è stata e la candidatura di Forte è stata condivisa, trasversale, non osteggiata. Al massimo si sono registrate astensioni nella consapevolezza, forse, che il voto avrebbe premiato la strategia per il terzo mandato di Forte. E infatti sono stati giorni pieni di incontri quelli che hanno portato alla riconferma del presidente uscente. Lo stesso consigliere regionale di Forza Italia Giuseppe Simeone si è occupato di incontrare i Sindaci che compongono il Consind. Un paio di giorni prima della votazione ha incontrato proprio Mitrano a Gaeta, e il giorno prima Bartolomeo in compagnia tra l’altro dello stesso Forte. Proprio mentre a Formia stava per riunirsi il Consiglio comunale più traballante degli ultimi due anni e mezzo che – nonostante le smentite di Bartolomeo – lascia ancora enormi dubbi circa l’assenza dei consiglieri di Forza Italia che hanno di fatto aiutato la maggioranza a non cadere sul bilancio a causa dei numeri risicati. A questo proposito Forte, Simeone e Bartolomeo si sono incontrati per ben due volte tra domenica e lunedì scorsi, forse per trovare l’accordo. Poi Forte è stato rieletto con l’astensione di Bartolomeo.

Mattia Aprea
Mattia Aprea

Ma è stato lo stesso Bartolomeo a pensare a una candidatura alternativa a Forte, quella di un suo consigliere comunale di maggioranza Mattia Aprea. Questi è ormai un battitore libero all’interno della stessa maggioranza a Formia e non ha lesinato attacchi frontali al Sindaco. Un atteggiamento frutto del mancato incarico come presidente del Consiglio comunale – che è poi andato a Maurizio Tallerini – che gli era stato promesso in campagna elettorale come capolista di una civica a sostegno di Bartolomeo (dimessosi da capogruppo). Con i rimpasti e le crisi di governo poteva finalmente essere il momento di rispettare quell’accordo, peraltro rinnovato a inizio mandato, con l’impegno di spezzare il mandato in due tronconi, assegnando due anni e mezzo ciascuno alla presidenza del Consiglio comunale. Insomma, anche i tempi erano maturi. Eppure la maggioranza ha puntato i piedi, e nella riunione seguita al Consiglio comunale, ha posto il veto. Come a dire, basta al gioco delle nomine, ora pensiamo solo al programma. Un accordo che per ora tiene ancora in piedi il Consiglio comunale. E Aprea? Ovviamente non l’ha presa bene e così Bartolomeo ha pensato allA sua candidatura come presidente del Consind, magari facendola passare come quella che spetta alla Regione, per non destare sospetti. Il partito ovviamente non lo ha permesso. Il seguito lo conosciamo già.