Omicidio Mollicone, archiviata la posizione del carabiniere di Itri

Serena Mollicone

Le indagini sono state prorogate per altri sei mesi, il caso rimane aperto. Ma finalmente l’incubo di Francesco Suprano, il carabiniere nativo di Itri finora tra gli indagati per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Serena Mollicone, è stato scansato in maniera definitiva: la sua posizione è tra quelle archiviate. Sottoposto a suo tempo anche all’esame del Dna, con esiti negativi, dopo anni il militare pontino è ufficialmente “fuori dai giochi”.

Serena, 18enne di Arce, venne rinvenuta priva di vita nel 2001 in una radura a pochi chilometri dal suo paese, legata mani e piedi con del fil di ferro, la testa chiusa in alcune buste. Un delitto irrisolto a quindici anni di distanza. E che nel tempo, tra l’arresto di un carrozziere poi assolto e lo “strano” suicidio di un brigadiere che aveva indagato sul caso, è rimasto in un limbo. Tante ipotesi, nessun colpevole.


Il carabiniere di Itri, da tempo in servizio in provincia dell’Aquila ma all’epoca dei fatti tra gli effettivi della Stazione di Arce, entrò suo malgrado in scena nel giugno del 2011. Iscritto nel registro degli indagati insieme all’allora fidanzato della Mollicone, alla madre di quest’ultimo, all’ex comandante della caserma di Arce Franco Mottola, alla moglie e al figlio dello stesso Mottola.

Per Francesco Suprano, professatosi innocente sin dall’inizio, la notizia dell’attesa svolta è arrivata giovedì, dopo che il gup del Tribunale di Cassino Angelo Valerio Lanna si è espresso sulla richiesta di opposizione alla chiusura del caso, presentata dai familiari della vittima: le indagini proseguiranno, si continuerà ad indagare verso ignoti e sull’ex comandante Mottola e la sua famiglia. Non più sul militare pontino.

Un’avvenuta archiviazione che ha tolto un macigno, che ha fatto gioire tanti itrani. Eppure accolta come una semplice formalità dall’interessato e dalla famiglia: giungere agli onori delle cronache per sospetti tanto infamanti ha fatto male, ma la sicurezza della tranquillità ha prevalso. “E’ finita, sia per Francesco che per noi”, ha commentato a caldo, al telefono con noi, un familiare. “Sappiamo bene chi è Francesco Suprano, sia come uomo che come rappresentante delle forze dell’ordine. Certo, è stata dura, ma sul buon esito di questa brutta storia siamo sempre stati tutti estremamente tranquilli”.