Comune di Sessa contro Legambiente: “Ci dica chi si è venduto per Intergroup o quereliamo”

Ancora un'immagine del deposito

Il post, firmato amministrazione comunale (sindaco e giunta), è apparso sul sito del Comune di Sessa Aurunca l’11 gennaio scorso, ovvero tre giorni dopo la seconda seduta saltata del consiglio comunale e dopo le esternazioni su tale vicenda da parte di Legambiente. Alla fine la risposta della politica è arrivata anche se da molte pagine facebook, continua il conto alla rovescia per ricordare al Comune che ha ancora 30 giorni di tempo per opporsi dinanzi al Tar alla decisione del ministero di consentire ad Intergroup lo stoccaggio del petcoke nel deposito di Sessa Aurunca dove le autorizzazione rilasciate a suo tempo consentivano solo l’uso a magazzino alimentare.

Questa la risposta del Comune: “Amministrazione Comunale. QUESTIONE PET-COKE.
Con molto stupore leggiamo il post della sig.ra Giulia Casella, pubblicato in data 9 gennaio 2016 alle ore 16.15, e francamente NON CI PIACE affatto…
Gentile VINCENZO QUINTIGLIANO, la sig.ra Giulia Casella dovrebbe spiegare a lei ed ai tanti “capaci” che amano e rispettano il territorio, chi e quali Amministrazioni e Politici, “se tali possono definirsi”, hanno consentito l’insediamento del deposito di pet-coke di Intergroup nel lontano 1991; così come sarebbe onesto spiegare anche che QUESTA AMMINISTRAZIONE COMUNALE, ereditata di fatto la problematica, ha da subito condiviso e concordato con il Capo Settore al ramo il “modus operandi”, difendendo il territorio, com’è ovvio che sia, non solo costituendosi in giudizio avverso ricorsi presentati da Intergroup innanzi al Tar Campania ma anche nelle sedi istituzionali, METTENDOCI LA FACCIA, e precisamente ad una conferenza dei servizi tenutasi a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Ciò premesso, ma la sig.ra Giulia Casella all’epoca dei fatti dov’era e soprattutto cosa ha fatto Lega Ambiente? La società civile? L’associazionismo? I partiti?
Eppure la location dell’insediamento era così come oggi più che visibile…
I tempi sono cambiati…
Sig.ra Giulia Casella ad amministrare ci sono persone perbene (ci conosciamo tutti e abbastanza!!!), che non si VENDONO e tanto più SVENDONO il territorio! Scrivere post che possono lasciare il minimo fraintendimento e lasciare che si commenti con accuse senza fare chiarezza non è bello e non è cosa fatta bene. A proposito di “vendita” ci dica CARAL CUORE a chi ci saremmo venduti, anzi la invitiamo pubblicamente a sporgere formale denuncia è un suo dovere; il non farlo la renderebbe complice e costringerebbe questa Amministrazione Comunale, al fine di tutelare la propria immagine ed onorabilità, a sporgere querela nei suoi confronti.
QUI NON CI SONO EQUIVOCI E NE INTERESSI OCCULTI, chiunque ne abbia certezza DEVE DENUNCIARLO, senza se e senza ma!!!
In ogni caso i cittadini TUTTI stiano sereni, QUESTA AMMINISTRAZIONE COMUNALE, valuterà, come ha sempre fatto, ed indipendentemente dai conti alla rovescia, le azioni più appropriate del caso com’è ovvio, scontato e banale che sia!!!
Ribadiamo ancora una volta, visto che il concetto non lo si riesce a comprendere: QUESTA AMMINISTRAZIONE COMUNALE è DIVERSA, PULITA e AMA il territorio e lo sta dimostrando SEMPRE e SOLO con i fatti ed in ogni ambito.
Un’ultima cosa… Sulla LEGALITÀ e la TRASPARENZA sempre QUESTA AMMINISTRAZIONE non prende lezioni da nessuno, anzi le da!”


Non si è fatta attendere la replica di Legambiente e della sua referente Giulia Casella che riportiamo integralmente: “QUESTIONE PET COKE
Solo adesso, vengo a conoscenza , con altrettanto stupore, della nota pubblicata sulla pagina facebook del Comune di Sessa Aurunca. E’ vero, sull’insediammento di pet-coke c’è stato, negli anni, un silenzio politico assordante che non si può imputare a noi di Legambiente. Nello stesso tempo non ho certamente difficoltà a riconoscere che, finora, questa Amministrazione ha effettuato tutti i passi necessari sulla questione pet-coke, grazie anche alle relazioni scritte dal caposettore Pasquale Sarao, con estrema competenza, impegno e assunzione di responsabilità. Ma proprio per questo ci saremmo aspettati che ci fosse coerenza sull’intera questione anche nel C.C. dell’8 gennaio scorso, durante il quale avremmo voluto fossero compiute due mosse:
– discussione sulla assurdità di poter votare, al 1° punt dell’O.d.g., la variante urbanistica per la lavorazione del pallet, laddove insiste, abusivamente, il deposito del pet-coke;
– l’utilità, in nome della trasparenza, di comunicare all’intero consiglio comunale i contenuti del Decreto del MISE e la opportunità, scritta nello stesso Decreto all’articolo 7, di fare ricorso al TAR entro 60 giorni, a partire dal 22 gennaio, anche se questo compito rientra nelle funzioni della Giunta Comunale.
Da qui il legittimo dubbio che qualcuno, magari anche un solo consigliere comunale, remi contro. Poiché la libertà di opinione è voltairianamente diritto di tutti, non si capisce perché non si possa esprimere questo parere, anche se negativo, nel pubblico consesso. Sono circa due anni che si discute dello stesso argomento, quindi non si capisce di cosa ancora si debba discettare, convocando la conferenza dei capigruppo e quant’altro, rimandando sine die una discussione che i cittadini attendono.
Dov’eravamo poi noi di Legambiente nel 1991 è domanda retorica: ci preoccupavamo di scongiurare che Sessa diventasse Terra dei fuochi (e non solo) correndo, di notte, dietro ai TIR che trasportavano rifiuti tossici da tutta Italia ed Europa, trascrivendone le targhe. Ne possediamo ancora decine di pagine e, tra l’altro, anche qualche registrazione vocale.
E mentre noi , incuranti dei rischi, si correva dietro ai TIR, contemporaneamente, a insaputa di tutti, si apriva un’altra discarica di rifiuti tossici. Tutta la popolazione era mobilitata per chiudere la famigerata discarica “Selva”, evento avvenuto nel 1992, che noi abbiamo continuato a seguire perchè ancora oggi irrisolto.
Quanto poi alle minacce di querela nei confronti dei cittadini che il Sindaco, quale massima autorità sanitaria, è chiamato a tutelare, è una mossa che desta perplessità.
Ancora una volta, nel rispetto di quelli che sono i compiti della Pubblica Amministrazione, ci teniamo a ribadire, noi tutti di Legambiente, che si convochi al più presto un nuovo Consiglio Comunale con all’O.d.g. la discussione sulla variante urbanistica della zona agricola al km 158,400 e il ricorso al TAR contro il Decreto MISE nel quale è del tutto ignorata la Valutazione di Impatto Ambientale per un siffatto deposito, a cielo aperto, in cui vengono stoccati , finora, 140.000 mc di pet-coke, sostanza che contiene elementi cancerogeni, come riconosciuto dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. Già molte pagine ne abbiamo scritto per lettori attenti.
Ci dichiariamo aperti, ancora una volta, a un confronto pubblico, nel quale si potranno chiarire molti aspetti e tutte le posizioni.