C’era una volta un’area protetta. La battaglia delle istituzioni al Castello di Gianola. Nuovo sequestro per abuso edilizio

GLI ABUSI REALIZZATI. A dispetto dei sequestri del 2007 e dell’attenzione sollevata, Orefice prosegue e nel 2011 arriva un nuovo sequestro. Per la precisione il 21 luglio quando sul posto si recano oltre ai tecnici comunali, anche la polizia locale, i carabinieri, il direttore dei lavori, i funzionari del parco regionale e la soprintendenza. Numerosi gli abusi e le contestazioni rivolte ad Orefice. Sbancamenti non autorizzati, costruzione abusiva di locali, la copertura della terrazza non conforme al progetto, due muri abusivi, scalinate abusive e addirittura una strada abusiva. Insomma tutti d’accordo, o quasi. Perchè infatti quel giorno, presente tra i vari enti che partecipano al sopralluogo e alla contestazione degli illeciti, c’è anche la Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici che, controcorrente, entra a difesa di due contestazioni di abuso affermando che una demolizione non autorizzata e la costruzione di una struttura “tipo tempio” di quasi 500 metri quadrati, sono stati “eseguiti sotto la propria approvazione e sorveglianza”. Va ricordato a tal proposito che in quell’area protetta possono realizzarsi solo interventi di recupero e tutela, oltre che di fruizione per il pubblico, e allora bisognerebbe capire in che modo le opere realizzate da Orefice lo siano. Insomma si viene a creare una situazione che pone evidentemente un conflitto di competenze come già accaduto nella sentenza del Tar che aveva di fatto estromesso il Comune dalla decisione nella prima vicenda di sequestri.
giugno 2015 (13)