C’era una volta un’area protetta. La battaglia delle istituzioni al Castello di Gianola. Nuovo sequestro per abuso edilizio

COLPO DI SCENA, OREFICE VENDE IL CASTELLO. La guerra a questo punto entra nel vivo. E si apre con un colpo di scena. Orefice annuncia la messa in vendita del complesso. E’ lo stesso Orefice che decide infatti di dare una svolta allo stallo amministrativo ma anche edilizio, e cambia completamente strategia, e con una nota del gennaio del 2013 scrive al “Grande Nemico”, il Parco regionale Riviera di Ulisse, annunciando la rinuncia all’istanza per ottenere le autorizzazioni a realizzare una serie di opere. Una “rinuncia irrinunciabile” per usare un gioco di parole, perchè ormai a vedere l’intricata situazione che si è venuta a creare, per Orefice non è più conveniente perseguire il suo unico obiettivo: conservare il complesso museale, valorizzarlo e renderlo accessibile, cioè aprirlo ai visitatori che vogliono godere di questa bellezza paesaggistica e monumentale. Insomma Orefice non voleva essere altro che un “Mecenate culturale” ma “la grave crisi economica” e “i costi di manutenzione diventati eccessivi”, e ovviamente la vicenda giudiziaria che rende “immodificabile la destinazione d’uso”, lo portano a rinunciare. Ma il veleno è in coda e Orefice non si risparmia dal concludere la nota ricordando al Parco, che tanto si è battuto per non autorizzare alcuni degli interventi da lui voluti, che di fatto ha violato una precisa indicazione della Soprintendenza per i beni culturali, ovvero quella di provvedere alla salvaguardia del sito. Un comportamento che – ricorda Orefice – ha comportato per i tecnici comunali del Comune di Formia una denuncia per Abuso di Potere, Omissione di atti d’ufficio, Inosservanza delle prescrizioni di tutela indiretta, Inosservanza dei provvedimenti amministrativi, Danneggiamento di bene culturale, Istigazione a delinquere e a disobbedire alle leggi, Violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, Associazione a delinquere, Falso ideologico e Violenza privata“. Insomma un attacco durissimo che prosegue fino alla fine quando Orefice definisce “Ipocrita” il comportamento dell’ente parco, in riferimento ad una precedente nota nella quale lo stesso Ente affermava di “non voler entrare nelle competenze di altri Enti”.
2014-2 (1)Pochi giorni dopo il ministero per i Beni culturali – Soprintendenza per i Beni archeologici per il Lazio scrive a Parco, Comune di Formia, Soprintendenza ai beni architettonici e anche alla Procura della Repubblica di Latina, per sollecitare “alla valutazione dei provvedimenti da prendere” circa una segnalazione “dell’Archeoclub d’Italia/ Sezione di Formia circa l’esecuzione in corso di lavori di scavo e di movimento a terra nella ex villa Pellegrino … non sottoposti al preventivo parere … e che si aggiungono ad altri recentemente eseguiti a danno del contesto paesaggistico mettendo stavolta a repentaglio anche la conservazione delle testimonianze archeologiche …”.
Ida 2015-1