Il “No” dei cittadini di Minturno all’impianto di Mitilicoltura approda in Regione

La raccolta di firme avviata dalle associazioni minturnesi assieme ai cittadini per esprimere il “NO ALL’IMPIANTO DI MITILICOLTURA”, è ora giunta sui diversi tavoli di governo della Regione Lazio.

Nonostante la necessità di far giungere quanto prima la voce dei cittadini sul tema, ancorché indirettamente già rappresentata dallo stesso Commissario Straordinario e dalle forze Politiche locali, nelle due settimane dedicate alla raccolta firme si sono raggiunte 2194 firme.


“Un discreto risultato vista il poco del tempo a disposizione e la difficoltà a reperire risorse che si dedicassero a tale attività, visto che tra l’altro, che non tutte le associazioni del territorio hanno potuto impegnarsi in questa campagna”.  Dicono i rappresentanti delle varie associazioni coinvolte.

“L’attività è stata anche l’occasione per creare canali di interazioni all’interno del gruppo Terranima, con associazioni diverse dal volontariato, come quelle di categoria (commercianti, balneari, ecc.), con le quali è nata subito una intesa per lavorare assieme su tanti fronti, tra cui una maggiore sinergia per realizzare eventi che vitalizzino i diversi quartieri del nostro territorio.

Tornando alla petizione, abbiamo preferito coinvolgere – contro questa opera di mera antropizzazione del mare di cui conosciamo l’inizio (che è appunto l’impianto di mitili richiesto dalla ditta La Marea) ma non la fine, perché nulla vieta di supporre (e purtroppo stano emergendo elementi che avvalorano questa tesi)  che in futuro ci saranno richieste di nuovi impianti e non solo di mitili – anche organizzazioni che da sempre lavorano per la difesa ambientale (WWF, Lexambiente, Italia Nostra).

Voci di corridoio fanno trapelare il fondato sospetto che siano già pronte altre richieste di impianto di mitilicoltura e altresì impianti di itticoltura, che vedrebbero sempre più forte il deperire della vocazione turistica del nostro territorio.

Forse tutto questo non basterà: è possibile che nei prossimi giorni sia organizzato un nuovo incontro pubblico sul tema al quale la cittadinanza deve dare il suo contributo, attraverso la partecipazione, non solo rappresentativa delle associazioni che negli ultimi tempi stanno portando allo scoperto varie battaglie per proteggere una terra bistrattata.

La voce della cittadinanza deve uscire dal torpore degli ultimi anni, serve una cittadinanza coesa che non arrivi ai piani alti come un sussurro ma come un coro che vuole e deve essere ascoltato”.