Sperlonga, sigilli all’hotel “Virgilio”

Sotto sigilli per i reiterati abusi, che quando non hanno fatto progressivamente lievitare le cubature hanno comunque restituito una struttura ricettiva ben differente rispetto a quella del progetto regolarmente approvato in Comune. Queste, le motivazioni che nella mattinata di oggi, venerdì, hanno portato al sequestro del “Grand Hotel Virgilio” di via Romita, nel cuore di Sperlonga. Uno degli alberghi più noti e rinomati della Perla del Tirreno, che entro settantadue ore a partire dalla notifica del provvedimento, disposto dal gip del Tribunale di Latina Pierpaolo Bortone, dovrà mettere alla porta i clienti.

La struttura finita sotto sequestro
La struttura finita sotto sequestro

Ad eseguire il sequestro, i carabinieri della Stazione locale, gli agenti della polizia municipale e i militari della guardia di finanza di Fondi, che negli ultimi mesi, dietro delega del pubblico ministero Giuseppe Miliano, avevano portato avanti indagini su più piani. Un’inchiesta nata da altri sigilli, quelli che nel gennaio del 2014 interessarono parzialmente il “Virgilio” in seguito a un blitz dell’Arma: vennero stoppati dei lavori che stavano portando un’area destinata a cucina e sala ristorante a trasformarsi in un agglomerato di nove camere da letto, dove stavano trovando spazio anche una palestra e una beauty farm. Tutto senza alcuna autorizzazione, come tanti altri degli interventi nel tempo posti in essere nella struttura, di 38 stanze. Irregolarità in serie venute fuori nel prosieguo degli accertamenti di Procura e forze dell’ordine, e che, oltre ad interventi edilizi non autorizzati, avrebbero tra le altre cose visto un’“invasione di campo”: un’area comunale nei pressi dell’hotel, in teoria a servizio delle vicine case popolari, sarebbe stata resa inusufruibile, venendo di fatto annessa al perimetro della struttura sequestrata.


A finire nei guai, un 38enne campano amministratore della società di gestione del “Virgilio”, di proprietà Francesco Emini, l’ingegnere e imprenditore originario di Parete che negli anni scorsi finì sotto scorta dopo le minacce dei Casalesi, dei quali aveva denunciato le condotte estorsive. Al 38enne denunciato nell’ambito del sequestro, peraltro destinatario di una contravvenzione per violazione del codice dei beni culturali e del paesaggio, vengono contestati in particolare i reati di lottizzazione abusiva, invasione di terreni e deturpamento di cose altrui.

 

A PAGINA 2 IL VIDEO DELLE OPERAZIONI DI SEQUESTRO (RIPRISTINATO)