Baby prostitute a Formia, vittime o carnefici? La Dda scarcera il giovane “sfruttatore”, il supertestimone: “Volevamo incastrarlo”

Pasqualino Fabbricatore si copre il viso mentre viene scortato fuori dal commissariato di Polizia di via Olivastro Spaventola a Formia
Pasqualino Fabbricatore si copre il viso mentre viene scortato fuori dal commissariato di Polizia di via Olivastro Spaventola a Formia

Decine e decine le pagine e gli allegati prodotti dalla difesa che ha commentato: “Abbiamo depositato – afferma Cardillo Cupo – un’imponente mole di documenti ed allegati, tra cui numerosi messaggi scambiati sui social network nei periodi di interesse, in cui le giovani ragazze coinvolte nella vicenda erano tutt’altro che sfruttate … Appuntamenti dati ai giovani coetanei, anche in compagnia di amici “opportunamente selezionati” dalle stesse ragazze per mero piacere, tutt’altro che a pagamento e richiesti e sollecitati dalle stesse nei luoghi pubblici della città di Formia, senza alcuna remora ed anche alla presenza dei fidanzati ufficiali.

E se uno degli sfruttatori si fosse permesso di criticare l’atteggiamento fin troppo libertino delle giovani, ecco arrivare minacce esplicite di essere presi a calci nelle parti intime da loro stesse, “fino a sfondartele”. Questi i messaggi delle vittime soggiogate e sottomesse ai loro aguzzini! Altro che protettori, facoltosi clienti e favole costruite a tavolino”.


E infatti tra le prove prodotte dalla difesa al Pm della Dda anche una rivelazione che si candida ad essere forse la prova principe. Una dichiarazione shock dell'”assai presunto testimone” che avrebbe ammesso di aver incontrato e preparato le ragazze molto prima che le stesse andassero in Polizia a fare la denuncia per “incastrare” l’odiato Fabbricatore, termine utilizzato a più riprese anche in messaggi riservati, entrati in possesso della difesa. “Una vicenda – prosegue Cardillo Cupo – in apparenza torbida e che nella realtà si sta palesando clamorosamente falsa ed inventata a tavolino da giovani senza scrupoli. Mentre la Città attendeva i nomi dei facoltosi Professionisti che andavano “sugli scogli” o nei “tuguri” e qualcuno cercasse di darsi un tono di Legalità, si acquisivano le prove della falsità dei racconti”.

A questo proposito vale la pena ricordare l’intervento dello stesso sindaco di Formia Sandro Bartolomeo che non aveva perso tempo nella diffusione di un comunicato stampa di condanna per quanto stava emergendo, chiedendo i nomi dei, a questo punto davvero presunti, professionisti e facoltosi clienti della città.

E ancora, non finisce qui. Perchè un’altra delle circostanze chiave dell’indagine rischia di ribaltarsi totalmente. Ovvero quella della presenza di uno “stupratore Marocchino” che si è scoperto essere “un padre di famiglia, sposato, con due figli ed una ben avviata attività imprenditoriale da anni in quel di Minturno, scagionato dalla stessa accusatrice che in occasione di un pestaggio punitivo dei suoi familiari proprio a danno del Marocchino – prontamente denunciato ai Carabinieri alla presenza di vari testimoni – confessava come fosse lui l’autore della fantomatica violenza”. Insomma una accusa sotto forma di ritorsione.

A PAGINA 3 ‘I DOMICILIARI E LA RICHIESTA DI SCARCERAZIONE’