Rifondazione: calo delle iscrizioni all’asilo comunale di Formia

Gennaro Varriale, segretario di Rifondazione Comunista a Formia
Gennaro Varriale, segretario di Rifondazione Comunista a Formia

Dall’avviso pubblico – pubblicato sul sito del comune di Formia – datato 9 maggio 2016 a firma della dott.ssa Rosanna Picano, per l’iscrizione all’asilo nido comunale per l’anno 2016/2017, risulta che per la frequenza dell’asilo nido è previsto il pagamento di una retta mensile rapportata alla condizione economica equivalente familiare risultante dall’attestazione I.S.E.E. 2016, rilasciata ai sensi del D.P.C.M. n. 159 del 05/12/2013, nella seguente misura:


E’ previsto inoltre l’applicazione di una retta ridotta di 50 euro per i bambini inseriti dall’Amministrazione comunale con particolari situazioni socio/economiche attestate dai servizi sociali comunali.


Non sappiamo a quali servizi poi il bambino abbia diritto. Ad esempio alla retta mensile vanno aggiunti il costo della refezione e del trasporto oppure no? Come è molto difficile capire quali sono i criteri che determinano il punteggio per la graduatoria di ammissione. Nell’avviso pubblico non sono per nulla specificati, ma è scritto genericamente: “condizione lavorativa dei genitori; reddito familiare; assenza della figura materna e/o paterna; composizione del nucleo familiare; rilevanti problemi riguardanti il bambino o la famiglia”. Così che si lascia al libero arbitrio di chi dovrà valutare l’ammissione o meno del bambino. Rispetto al 2013/2014 è stata poi eliminata la fascia di reddito da 0 a 2,5mila euro, con retta mensile di 80 euro, quindi una famiglia con tale reddito si troverà a pagare 10 euro mensili in più al mese (L’abolizione è avvenuta nell’anno scolastico 2014/2015). Un aumento che vorremmo qualcuno ci spiegasse.

Nessuna esenzione totale è prevista per le famiglie indigenti, quindi è chiaro che queste sono escluse da subito dalla possibilità di iscrivere i propri figli all’asilo comunale, non potendo sostenere il costo delle rette. Non sappiamo quali siano stati i criteri adoperati dalla nostra amministrazione per formulare fasce e rette (di bilancio? di disequità sociale? il tentativo di spingere le famiglie a iscrivere i propri figli agli asili privati?), ma basta spostarsi di qualche chilometro più a nord, nella vicina Gaeta perché le cose cambino in meglio. L’amministrazione comunale di Gaeta infatti supera a sinistra l’amministratore Bartolomeo, avendo previsto un’esenzione totale per le famiglie con un reddito ISEE fino a 5mila euro e comunque prevedendo rette mensili in generale più basse per fasce di reddito equipollenti, ad esclusione della fascia superiore ai 20mila euro dove il costo è maggiore.

Insomma aiuta i deboli e punisce lievemente i ricchi, quello che invece non fa la nostra amministrazione comunale, che pure si dichiara di centrosinistra e quindi vicina ai problemi delle fasce più deboli della popolazione. Evidentemente sono gli unici a crederci. Da parte nostra siamo sempre più convinti che le risposte dell’amministrazione comunale ai problemi delle fasce più deboli della nostra città siano non solo sbagliate ma anche dannose, perché frutto di logiche sbagliate, figlie del motto: “se hai i soldi bene, altrimenti fatti tuoi”. D’altronde si sa che gli opportunisti usano sempre la pomposità dei loro comunicati per giustificare il loro operato, ma che nella realtà dietro ciò c’è la volontà di nascondere il vuoto assoluto”.