E io tifo Nigeria! Alla faccia della Sindrome di Down

Questo nuovo lavoro di Daniela Niglio potrebbe definirsi il prosieguo naturale della sua opera prima Grazie Gesù … per avermi fatto vedere questo cielo e come la precedente (anche se dopo di essa hanno fatto seguito libri di argomento diverso) si colloca a cavallo tra un vero e proprio diario di bordo e quel genere letterario che qualcuno molto superficialmente catalogherebbe come esistenziale, ma che a mio del tutto sindacabile parere possiamo in tutta tranquillità inserire nel filone (brutta parola, lo so) di puro intrattenimento…

la-copertina-di-e-io-tifo-nigeriaSì, perché l’autrice (mamma orgogliosissima della sua bambina down) fin dalle prime battute ci mette in riga su di una cosa: non è nelle sue intenzioni suscitare pietà in chicchessia, né cimentarsi in un qualsivoglia saggio sull’argomento. Genuinamente Daniela Niglio vuole solo renderci partecipi della propria gioia, delle inquietudini, le perplessità, il divertimento e tutte le altre migliaia di sensazioni/emozioni che la sua Veronica giorno dopo giorno le riversa addosso… Grazie ai toni colloquiali e alla scrittura semplice riesce a far entrare il lettore nel proprio quotidiano, coinvolgendolo non poco, come se la distanza tra pagina, mente e luogo reale non esistesse e fosse possibile gettare un ponte di corda tra il suo cuore straripante e le difficoltà tangibili a cui finora ha fatto fronte, ma che non l’hanno né maldisposta nei confronti della vita, né abbattuta di qualche maniera!


Un libro divertente, grintoso, commovente, ma nel senso buono. Un libro che probabilmente qualcun altro avrebbe voluto scrivere, ma a cui è mancato il coraggio. Un libro coinvolgente, in grado di ben disporre quelle persone ancora malate di diversità che sprecano il proprio tempo nell’imprecare contro dèi irraggiungibili o congiunzioni astrali non propriamente favorevoli. Unica pecca (se così volessimo definirla), le poche pagine messe a nostra disposizione, gli episodi fin troppo centellinati… Non resta che aspettare il terzo libro su Veronica, augurandoci fortemente che la Niglio conservi negli eoni a venire il medesimo piglio deciso, nonché quella freschezza intuitiva che appartiene solo alle donne.