Sesso matto: Swinging Latium, viaggio nel mondo degli scambisti d’elite

Unico singolo della serata, per fortuna non sono il solo a essere ancora vestito così com’era arrivato. C’è Genni, che ingenuamente immaginavo come un “ministro dell’orgasmo” e invece si limita al ruolo di padrone di casa. Una parola ai soci e una al personale, lui non gioca. Dirige e vigila affinché quelle ore di svago proseguano per il meglio. Vestitissimo c’è dunque il personale, silente e sgusciante da sembrare fantasma, non fosse per la celerità nel servire o nell’igienizzare all’occorrenza alcove e spazi comuni. Abbigliati – sorpresa – continuano a esserci ancora diversi ospiti. E, perlomeno stasera, lo resteranno. Fanno parte della schiera dei curiosi. Oppure di quella degli amanti del platonico. Non sempre e non necessariamente, infatti, approcci o sguardi sfociano nella carnalità altrui, e per molti il bello è questo. Spesso, lo ripetono gli interlocutori e è visibile, è solo la testa ad aprirsi al gioco delle coppie. C’è chi è della serata per il solo piacere di condividere l’atmosfera ad alto tasso ormonale, esserci. Chi per puro voyeurismo. Cerebrali o no, appetiti e desideri variegati vissuti nella totale libertà sessuale. Libertà che, negli approcci intrecciati tra partner, quali che siano, per gli interessati non significa tradimento. Quantomeno nel senso proprio del termine: “Esplorare insieme la sessualità, vedendoci in gioco come coppia, aiuta a mettere da parte la vera infedeltà. Quella, molto più perversa, in cui i desideri di ognuno vengono concretizzati alle spalle del proprio partner”. Nelle immediate vicinanze, ovvio, gli ospiti proseguono vivaci a sondare i misteri inesplorati della sessualità. Ammiccamenti, seduzioni e briosi amplessi persistono. Un battagliare gagliardo. È l’ora di una sigaretta nell’area fumatori, deserta.

Flirt Club, foto d'archivioPer l’obbligata via del ritorno, su un’alcova fino a prima sgombra, due gambe divaricate e piegate. Una coppia ha un cunnilingus in corso. La riconosco. Avevamo parlato subito dopo l’entrata. In quella zona siamo soli. La sensazione è subito quella del terzo incomodo, meglio sloggiare. Non mi fermo neanche. Affretto il passo e tiro dritto. Mi sento osservato. Faccio per girarmi un attimo, lui continua a darle piacere, lei mi guarda fisso con occhi impertinenti. Forse è un segno. Chissà. Impavido, resisto comunque. Sfilo via. Un attimo, e sono di nuovo nella sala principale, nel cuore di quel piccolo mondo di lusso e lussuria per coppie. Penso a cosa mi sono lasciato alle spalle; scruto a 360 gradi; intercetto il viavai nella moltitudine di servizi igienici appartati. Mi sovviene una citazione di Freud rispolverata per l’occasione qualche giorno prima: “Quando una coppia fa l’amore, sono presenti almeno quattro persone. La coppia in questione e le due persone a cui stanno pensando”. Vedendo sotto gli occhi la trasposizione materiale di quelle parole, viene facilmente da pensare che c’aveva azzeccato.


Meditabondo, mantenendo per quanto possibile un minimo di discrezione rieccomi a vagabondare a passi lenti nel locale. Qualche irriducibile ballerino è tornato a fare quattro salti in pista. Una manciata di persone sorseggia spumante confabulando. I più, ovvio, continuano con certosina dedizione in giochi di seduzione incendiari, amplessi spensierati o contemplazione godereccia. I vorticosi piaceri della carne e della mente – l’immaginazione si conferma un personaggio invisibile eppure attivissimo – non accennano a finire. Squallore e degrado? Macché. Sarà per la location, sarà per la selezione, ma è uno scenario afrodisiaco magnetico, un serio attentato alla professionalità. Gli sviluppi inattesi per le coronarie sono in agguato dietro ogni angolo. Difficile, difficilissimo trattenersi anche per un ospite esterno. Praticamente impossibile.

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