Associazione Antimafia Caponnetto: “Quando si indagherà su Itri?”

Il problema Itri… e nessuno sembra che voglia indagare come si dovrebbe. Presenze sospette, investimenti di montagne di capitali di origine per lo più campana di dubbia origine, acquisti e costruzioni di fabbricati e terreni, attività commerciali nelle mani di gente di oltre Garigliano. Vogliamo cominciare ad indagare seriamente o no?

Elvio Di Cesare, segretario dell'associazione antimafia Caponnetto
Elvio Di Cesare, segretario dell’associazione antimafia Caponnetto

E’ quanto si legge in una nota dell’Associazione Antimafia Caponnetto inoltrataci oggi che ricorda una “richiesta di acquisizione elenchi concessioni edilizie – nuove residenze ed attività commerciali – turistiche periodo 1990 – 2011 – Contrasto infiltrazioni malavitose nel Basso Lazio ed in particolare nel territorio itrano” di Elvio Di Cesare e Romano De Luca, rispettivamente Segretario e membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione.


“C’è un vecchio detto – si legge – che recita testualmente: ‘Quando l’asino non vuole bere, hai voglia a fischiare’. Orbene, con tutto il rispetto nei confronti delle Forze dell’Ordine, abbiamo riesumato, scartabellando fra le nostre vecchie carte, una nota che quando l’Associazione Caponnetto non era ancora Nazionale ma Regionale inviammo alla DIA di Roma, alla Questura e al Comando Gruppo Carabinieri di Latina relativa alla situazione criminale di Itri, in provincia di Latina, una cittadina collocata al centro del “quadrilatero di fuoco” Formia – Gaeta – Sperlonga – Fondi del sud pontino. A Itri abbiamo la presenza di membri di famiglie pericolosissime della camorra campana e pontina come i Bidognetti ed altri ancora alcuni dei quali si sono mostrati attivi anche in occasione delle campagne elettorali amministrative sostenendo dei candidati locali per caldeggiarne l’elezione. In più va detto che decine di appezzamenti di terreni, negozi, attività varie sono stati acquisiti e vengono gestiti da tutta gente che viene dalla Campania e fra la quale potrebbero esserci elementi e capitali in odor di mafia.

Nel recente passato sono state compiute operazioni urbanistiche denunciate pubblicamente anche da un defunto Consigliere comunale e ci fu anche un incendio che interessò l’Ufficio Urbanistico del Comune evidentemente per distruggere le prove di azioni probabilmente illegali. Recentemente ci stiamo interessando ad alcune situazioni, sempre nel campo urbanistico, per le quali ci siamo visti costretti per talune presunte anomalie a rivolgerci alla Magistratura inquirente. Insomma ,tutto un quadro inquietante che avrebbe dovuto determinare quell’attenzione da parte degli organi inquirenti della provincia di Latina che mai c’è stata e che sembra che nemmeno attualmente, malgrado appelli, denunce, interrogazioni parlamentari, ci sia. Stiamo monitorando con attenzione alcune realtà locali della provincia di Latina, fra le quali in particolare quelle del sud pontino e di Aprilia, per aggiornare i nostri archivi ed essere in grado quanto prima di avviare altre azioni ai livelli centrali ma quello che al momento ci teniamo a dire – e questo, francamente, ci provoca sofferenza in quanto noi abbiamo un profondo senso dello Stato e non siamo degli “sfasciacarrozze” – è che le forze dell’ordine in provincia di Latina non hanno funzionato di fronte al problema “mafie” e continuano a non funzionare come si dovrebbe. C’è solo da capirne la ragione

 

A PAGINA 2 ‘LA NOTA INVIATA DALL’ASSOCIAZIONE QUANDO ERA REGIONALE’