Gaeta verso le elezioni, la politica dei tradimenti e dei trasformismi: a sei mesi dal voto la lotta si combatte nei grandi partiti

Sede di uno dei porti più antichi e trafficati del Mediterraneo, che la rendono un crocevia di culture e influenze diverse, ha forse nelle sue lontane radici interculturali la causa del fatto di essere palcoscenico di numerosi paradossi: tra Chiesa e basi militari, tra mari e montagne, riserve naturali e silos petroliferi, sede di un ex tribunale e terra privilegiata per la criminalità. Addirittura, qui, legalità e illegalità si confondono e qualche volta si guardano dritte negli occhi senza intralciarsi reciprocamente il cammino. Sta di fatto che Gaeta è storicamente tutto e il contrario di tutto, e si appresta a confermarsi ancora una volta una città dalle mille contraddizioni anche alle prossime elezioni comunali tra la fine di maggio e l’inizio di giugno 2017, che decreteranno chi per i successivi cinque anni la amministrerà. Va configurandosi ancora una volta un folto gruppo di candidati a sindaco, l’ultima volta furono ben otto. Che per meno di 20mila abitanti sono obiettivamente parecchi. Basti pensare, utilizzando una semplice proporzione, che alle ultime elezioni del Comune di Roma – abitato da almeno 3 milioni di abitanti – i candidati erano 13 (le liste nel 2012 a Gaeta furono 28 a Roma appena cinque in più). Oggi coloro che hanno già ufficializzato la propria candidatura sono già sei e con buona probabilità sono destinati ad aumentare. Ne viene sistematicamente fuori un voto frammentato, che spesso ha l’obiettivo solo di arrivare in un secondo momento a battere i pugni sul tavolo dei ballottaggi per ottenere ciò che sarebbe più difficile conquistarsi in un “normale” confronto democratico. Quasi non conta più vincere ma partecipare per darsi un tono nell’apparentamento sul carro dei vincitori. L’elettorato è densamente eterogeneo e votato a difendere la propria parte con un tifo da Ultrà da stadio dove tutto che ciò che fa la propria squadra è giusto e tutto il resto non lo è, concentrati ognuno per sè a difendere i singoli interessi. Per tutti. E accade a prescindere dai valori ideologici, perché spesso gli scontri più aspri avvengono nella stessa coalizione quando non addirittura nello stesso partito. E a Gaeta accade davvero spessissimo. Così ognuno pensa di essere “finalmente” quella soluzione che Gaeta attende da tempo, la salvezza per tutti, mentre forse non fa che contribuire ad affossare certi valori: il potere della democrazia, la qualità delle istituzioni, il buon nome della propria città e della propria comunità di appartenenza. Analizziamo questa intricata matassa a sei mesi dal voto.

 


A PAGINA 2 ‘I CANDIDATI SINDACO’

A PAGINA 3 ‘… E NON FINISCE QUI: GLI ALTRI CHE FANNO?’

A PAGINA 4 ‘PD E FORZA ITALIA, CAPACI DI OPPORSI SOLO AL LORO INTERNO’

A PAGINA 5 ‘TRASFORMISTI E TRADITORI, QUANTE BATTAGLIE PER LA CREDIBILITA’ ‘