Digitalizzazione e banda larga, Italia terz’ultima in Europa

Un quadro a tinte fosche, che però rivela anche una nota positiva: è questo lo stato di salute sulla digitalizzazione in Italia che viene fuori dall’analisi del Desi (Digital Economy and Society Index, l’indicatore che misura lo stato di attuazione dell’Agenda Digitale in Europa), così come elaborata dall’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano. Il nostro Paese, infatti, si posiziona terz’ultimo in Europa nel complesso delle varie voci sulla digitalizzazione.

L’Italia digitale in sintesi. L’Italia si trova infatti al 25esimo posto totale su 29 Stati censiti nel DESI, e paga soprattutto il penultimo posto per la voce “connettività”, il 25esimo per quanto riguarda le “competenze digitali”, il 21esimo per “digitalizzazione dell’industria”, il 18esimo in “digitalizzazione della PA” e soprattutto l’ultimo per quello che attiene “l’uso di internet da parte dei cittadini”. E dire che l’Italia è anche tra i Paesi che hanno registrato la crescita più alta dal 2013 al 2015, con un incremento che sfiora il 20 per cento.


Ampliare la banda. Uno degli aspetti su cui si deve intervenire in maniera più decisa è la banda ultra larga: l’Italia è ancora tra gli ultimi Paesi in Europa per la copertura di banda larga fissa, visto che solo il 44 per cento delle abitazioni a fine 2015 era raggiunta da una rete ad almeno 30 Mbps, quota lontana dagli obiettivi posti da Europa e Governo (che ha fissato una copertura del 75 per cento entro il 2018 e del 100 per cento nel 2020). Eppure, anche grazie allo sviluppo di aziende come eolo.it, il nostro tasso di crescita nella copertura a 30 Mbps è il più alto in Europa dal 2014 a oggi (+115%), anche perché è migliorato il panorama di offerta internet casa così come più maturi sono oggi gli utenti italiani del Web.

La situazione in Italia. Secondo Luca Gastaldi, Direttore dell’Osservatorio Agenda Digitale, “la copertura della banda larga tra le Regioni italiane è molto eterogenea: nel 2015 si va dal 76% delle abitazioni calabresi coperte a 30 Mbps all’1% di quelle valdostane, con il Sud a primeggiare grazie ai fondi europei. Se si guarda però la copertura 100 Mbps, solo Lombardia e Lazio nel 2015 hanno oltre il 20% delle loro abitazioni coperte. Gli obiettivi fissati dalle Regioni per il 2018 dovrebbero ridurre le differenze tra le coperture a 30 Mbps. Rimarranno quelle a 100 Mbps».

Digitalizzazione e crescita economica. Analizzando la classifica europea, lo studio del Desi rileva una stretta correlazione fra il livello di digitalizzazione di un Paese e la sua crescita economica, sociale, industriale e legalitaria: infatti, le aree che a partire dal 2013 hanno investito maggiormente nel digitale registrano avanzamento del PIL, miglioramenti nel Social Progress Index, nella classifica Doing Business e nel CorruptionPerception Index. Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, commenta perciò che su questa strada “bisogna continuare con decisione. L’esperienza degli altri Paesi suggerisce come la chiave sia la collaborazione tra pubblico e privato, che devono prendere consapevolezza dell’importanza di un’azione congiunta. Il piano triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione porta avanti un modello che inquadra le diverse iniziative e valorizza i contributi di PA e imprese. Chiediamo a pubblico e privato di sottoscrivere un ‘Patto per l’Italia Digitale’, proteggendo il modello di collaborazione previsto dal piano, per darne poi attuazione con regole comuni”.