Tenta l’estorsione come il suocero Cha Cha Di Silvio: condannato a 4 anni

Il Tribunale di Latina

Arrestato a metà maggio, con l’accusa di aver continuato a compiere estorsioni ai danni di negozi di abbigliamento griffato di Latina, come faceva in precedenza il suocero Costantino Cha Cha Di Silvio, il 28enne Federico Esposito, di Cisterna, è stato condannato dal giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Cario. Quattro anni di reclusione per l’imputato, appena uno in meno di quanto chiesto dal pm Maria Eleonora Tortora.

Esposito, difeso dall’avvocato Alessia Vita, ha dovuto rispondere dell’accusa di tentata estorsione ai danni del titolare di un negozio di abbigliamento già finito nel mirino di Cha Cha, Francesco Fanella, che gestisce un’attività nel centralissimo corso della Repubblica.


Il 4 novembre dell’anno scorso il 28enne si sarebbe presentato nel negozio e avrebbe detto a Fanella: “Dammi un giubbotto…se non me lo dai ti meno… te la faccio pagare”, abbassando anche più volte la cerniera del gilet per far capire che era armato. Lo stesso giorno Esposito avrebbe poi compiuto una rapina ai danni di Michela Scafi, dipendente del negozio di parrucchiere “Arte Stile” di via Tucci, facendosi consegnare 105 euro contenuti in cassa, dopo averle detto: “Apri la cassa, non ti faccio nulla, lo sai chi comanda a Latina no?”. Il 5 luglio, infine, l’imputato avrebbe compiuto un tentativo di estorsione ai danni del bar “Zicarelli street” di via Filzi, cercando di costringere i titolari dell’attività, Mario e Daniel Vinci, a dargli del denaro, e a tal fine avrebbe anche appiccato il fuoco al gazebo del bar. Altre vicende oggetto del processo. Sull’incendio al bar gli inquirenti, tra l’altro, hanno raccolto la testimonianza di una ragazza che, al momento dei fatti, si trovava nelle vicinanze e che avrebbe visto tutta la scena, sentendosi anche dire da Esposito: “Fatti i cazzi tuoi, tu non hai visto niente”. Fanella ha invece riferito che il 28enne, convivente della figlia di Costantino Di Silvio, presentandosi come parente di Cha Cha, aveva cercato di estorcergli un giubbotto e gli aveva detto che in caso si fosse rifiutato era pronto a fargliela pagare “così stiamo pari, visto che mi hai denunciato”. Un’altra estorsione, sempre di capi d’abbigliamento, inoltre sarebbe stata compiuta il 13 ottobre dell’anno scorso ai danni del titolare del negozio Windrose di Latina.

Ottenuti i domiciliari dal Riesame, Esposito ha ora incassato la condanna e dovrà decidere se impugnare la sentenza in appello.