Nuovi orari treni Minturno – Scauri, lo psichiatra: “Rischi per la salute dei pendolari”

Il tempo di incassare dalla Regione la parziale rivincita circa l’aumento, dal 2 gennaio prossimo, dei treni, da 20 a 26, in partenza dalla stazione di Minturno-Scauri senza interscambio presso lo scalo di Formia che i pendolari dello scalo ferroviario più meridionale del Lazio tracciano un bilancio su quello che è stato l’ultimo mese, dall’11 dicembre, giorno in cui è entrato in vigore il nuovo regime orario di Trenitalia.

Pino Ionta
Giuseppe Ionta

E a dichiararlo, nero su bianco, è niente meno che uno stimato… psichiatra, Giuseppe Ionta, dell’associazione “Iter onlus” di Minturno, secondo il quale il cambiamento degli orari dei treni a Minturno ha minato la salute psicologica degli stessi pendolari, costretti ad impiegare all’incirca quindici minuti in più per andare prima a Formia e poi prendere un altro treno diretto verso la loro destinazione. Questi viaggiatori sono obbligati ad andare a Formia con le rispettive auto con i disagi prevedibili in termini di spese, traffico, parcheggi e per rispettare l’orario di inizio del lavoro o delle lezioni (la gran parte dei pendolari è formata da docenti e studenti universitari), devono anticipare la partenza. Ma questa situazione ha provocato un aumento del disagio, dello stress e della conseguente ansia? Per il dottor Ionta questo interrogativo è oltremodo “retorico”: “Oltre all’ansia come vissuto psichico – scrive in una relazione chiesta dalla Confconsumatori provinciale di Latina -, c’è da considerare la possibilità che essa si traduca in fenomeni somatici. Ciò accade perché se siamo ansiosi, lo siamo non solo a livello ideativo ed emotivo, ma del nostro corpo (mal di testa), del nostro apparato digerente, del cuore”.


Il dottor Ionta sottolinea la negativa considerazione legata alla ripetizione dello stimolo stressante: “La cronaca delle ultime due settimane ha mostrato disagi notevoli sulla tratta Roma-Formia-Minturno con ritardi e sovraffollamento. Si tratta di un ulteriore carico di stress – aggiunge -, per persone che già lo subiscono ampiamente. Si può presumere che vi sia un incremento di disturbi d’ansia, di panico, di cefalee, disturbi gastrointestinali (gastriti, coliti), del sonno, dell’umore”. Insomma “l’entrata in vigore venti giorni fa del nuovo orario invernale di Trenitalia ha provocato – denuncia lo psichiatra di “Iter onlus” -, un peggioramento della qualità della vita e un sicuro aumento dell’incidenza di disturbi che necessitano di trattamento non solo farmacologico e un costo sociale, quello derivante dall’aumento delle assenze dal posto di lavoro…”.

A queste anomalie la Regione Lazio, ma anche Trenitalia e Rfi, purtroppo non possono ancora porre rimedio. Almeno sino a prova contraria….