Evasione con il commercio di bevande ad Aprilia: alla fine vince il Fisco

La Corte di Cassazione

La battaglia è stata lunga, ma sembra proprio che alla fine una ditta di Aprilia debba decidersi ad allentare i cordoni della borsa e a pagare al Fisco somme a cinque zeri. La Corte di Cassazione ha infatti accolto il ricorso dell’Agenzia delle entrate e annullato la sentenza favorevole alla srl apriliana. La stessa Agenzia aveva inviato alla srl impegnata nel commercio all’ingrosso di bevande un avviso di accertamento, con cinque rilievi relativi al recupero a tassazione di ricavi non dichiarati per oltre mezzo milioni di euro e con cui disconoscere costi non di competenza, non inerenti e non documentati. Un salasso.

L’avviso, però, era stato subito impugnato dalla società di Aprilia e la commissione tributaria provinciale di Latina lo aveva annullato, sostenendo che non fosse ben motivato e che non era possibile rettificare la richiesta fatta dal Fisco, che aveva precisato di aver commesso alcuni errori su imposte e sanzioni per meri errori di digitazione. Nessuna stangata seppur ridimensionata. Niente da pagare grazie a questioni appunto formali. Una decisione confermata anche dalla commissione tributaria regionale, che aveva bollato l’accertamento come fondato su “semplici presunzioni e fragili elementi probatori”.


Di diverso avviso, però, è stata la Cassazione che, accogliendo il ricorso dell’Agenzia delle entrate, ha precisato che la motivazione apparente era quella della commissione tributaria, che non avrebbe minimamente esaminato gli elementi di merito. Sentenza dunque annullata, con rinvio a un’altra sezione della Tributaria regionale. E tasse alla fine da pagare in vista per la società di Aprilia.