Tensione a Fondi, i migranti devastano l'”Azalea”: 22 denunce

Un momento della "presa"

Convinti di essere stati discriminati nella “corsa” al permesso di soggiorno e stufi di attendere la burocrazia italiana, si sono scatenati in massa occupando la cooperativa di Fondi che li ospita, e distruggendone le suppellettili. Tavoli e sedie, vetri e finestre. Tranne che in un paio di stanze, in pratica, tutto rotto o a soqquadro. Per danni da migliaia di euro. E, soprattutto, ore ad alta tensione messe da parte senza particolari strascichi solo grazie al pronto intervento, unito a una paziente mediazione, della polizia.

Protagonista dell’accesa bagarre, la prima dopo mesi di stasi sul fronte migranti, che tanto aveva fatto discutere cittadinanza e politica, un nutrito gruppo di richiedenti asilo nativi del Bangladesh in carico alla coop “Azalea“, frazione di San Magno. Lo stato di agitazione è deflagrato nella mattinata di venerdì, portando quindi il responsabile della struttura d’accoglienza all’allarme. La situazione era ormai sfuggita di mano, e pronta a degenerare in maniera ulteriore.


Fino almeno all’intervento delle divise, con gli agenti del Commissariato locale che, una volta ripristinata la calma, hanno intavolato un confronto con alcuni rappresentanti dei migranti. Le ragioni di chi ha dato il “la” alla rivolta, con tanto di minacce, arrivata a coinvolgere ventidue persone? Il permesso di soggiorno che tarda ad arrivare.

Il Commissariato di Fondi

Senza, non ci si può allontanare dall’Italia. E i ritardi con l’ottenimento dell’agognato documento, che segue l’ok alla richiesta d’asilo, costringono gli interessati a una sorta di limbo. Si sentivano – e sentono – in qualche modo prigionieri. Ed oltretutto, forse a digiuno di burocrazia effetto ralenti, pensavano di essere discriminati rispetto agli ospiti di altri centri. Erroneamente: “Alla fine si sono ricreduti, ed hanno compreso che si tratta di un ritardo fisiologico“, spiegano dagli uffici di largo Evangelista.

Una situazione, quella iniziale, resa ancor più pesante da una permanenza nella Piana che non piace. Come certificato dalla polizia, infatti, il permesso di soggiorno in sospeso è stato sì il motivo scatenante, ma non l’unico a portare alla protesta con annessa devastazione. Ce ne sono anche di accessori, seppure meno stringenti: la lontananza dell'”Azalea” dal centro urbano, e una connessione a internet ritenuta insufficiente dal gruppo di stranieri.

Alla fine, arginate le rimostranze e fornite le spiegazioni del caso, stato di agitazione rientrato. Con tanto di scuse: i protagonisti dei disordini hanno fatto ammenda, impegnandosi nel rimettere per quanto possibile a posto gli interni del centro. Passo indietro che, in considerazione di quanto accaduto, non è però servito ad evitare un’informativa indirizzata a Questura ed autorità giudiziaria. In corso di formalizzazione, una sequela di ventidue denunce per i reati di minacce, danneggiamento aggravato e interruzione di un servizio di pubblica utilità.