“Acqua, un problema da programmare e non da affrontare”

“Partiamo da un presupposto: nelle nostre zone non c’è un vero ed effettivo problema di mancanza d’acqua. Quello di cui si può parlare è il problema della mancata fornitura d’acqua dovuta, soprattutto, a perdite che rappresentano circa il 70% dell’acqua immessa in rete”. Lo dichiarano dal coordinamento di “Un’Altra Città”.

Paola Villa, leader di “Un’Altra Città”

“È evidente però che un problema, qualsiasi esso sia, deve essere affrontato come tale, senza fornire risposte estemporanee tanto per far vedere alla cittadinanza che si ha un parere sulla vicenda.


Risposte che devono arrivare in primis da Acqualatina s.p.a., ma anche da chi, avendo la responsabilità amministrativa, fa parte del 51% del capitale sociale.

Un 51% che non può additare la parte privata della società quando il problema è in atto, e rimanere in letargo durante il restante periodo dell’anno, quando il problema non è sentito.

Questo 51%, o parte di questa maggioranza societaria, non può fornire alle domande della cittadinanza risposte assolutamente inadeguate e temerarie (ad es.: immettere acqua non potabile nella conduttura attingendo l’acqua da una sorgente, peraltro, a secco).

Tali soluzioni, ai nostri occhi, sono ancor più gravi dello stesso problema.

Più grave perché evidenziano in maniera solare che non solo non si è considerato il problema da ottobre fino a maggio, ma, inoltre, che non si ha alcuna idea di come risolverlo.

E’ chiaro che, con il problema in atto, è difficile trovare le soluzioni immediate, ma così non sarebbe a considerare l’esistenza del problema per trovarne le soluzioni in tempi non sospetti (appunto da ottobre a maggio).

Quello che vogliamo dire è che una corretta e adeguata attività amministrativa della parte pubblica della società deve essere finalizzata a considerare che ‘prevenire è meglio di curare’.

La circostanza che, senza risalire agli anni precedenti, già nell’ottobre 2016, Acqualatina dichiari di aver messo in atto un piano straordinario d’azione che passa attraverso:

‘un rafforzamento delle squadre tecniche; un’accelerazione degli interventi di riparazione perdite su strada; il posizionamento di numerose autobotti come mezzi sostitutivi; manovre di regolazione di pressione notturna; una costante informazione a favore delle istituzioni e degli utenti’;

impone due domande:

– la prima ad Acqualatina: il piano straordinario d’azione sarà una costante per gli anni futuri o la conoscenza del problema permetterà una adeguata programmazione?

– la seconda al 51% del capitale sociale (il comitato dei Sindaci): c’è l’effettivo interesse della componente pubblica di stimolare una discussione seria sulle concrete soluzioni da dare al problema o dovremmo continuare ad aspettarci inadeguate ed improvvisate riunioni dei Sindaci allorchè il problema è maggiormente sentito? C’è la volontà di controllare e verificare che il piano d’azione contro la carenza idrica venga approntato, eseguito e portato a compimento definitivamente?

Se non si entra nell’ottica di idee che il problema, allo stato attuale delle cose, è e rimarra ciclico, non si uscirà mai dal problema.

Ogni risposta fornita allorché il problema è in essere (periodo giugno-settembre) sarà sempre, e comunque, una risposta inadeguata.

A nostro parere i primi due punti, indicati nell’ottobre del 2016 (se non prima), da Acqualatina sono prioritari per l’eliminazione del problema nel futuro, non senza considerare la possibilità di intercettare fonti di approvigionamento idrico non lontane dal nostro territorio considerando un rapporto costi benefici che vada al di là del breve periodo, ma getti lo sguardo ad una soluzione definitiva del problema a lungo termine”.