I dubbi del Comitato anti-Acqualatina: “Emergenza idrica reale, o voluta per ottenere fondi pubblici?”

Quali sono le cause dell’emergenza idrica? C’è chi da la colpa all’assenza di sufficienti precipitazioni, in grado di dare modo alle sorgenti di riempirsi, altri alla dispersione idrica che è pari al 68% (per ogni 100 litri immessi nelle condutture 68 litri vanno persi a causa della fatiscenza delle stesse). Lo stesso valore che avevamo quando i comuni dell’Ato4 decisero di cedere la gestione dell’acqua alla società italo-francese. Da tempo ci domandiamo se l’emergenza idrica di queste settimane è reale oppure è stata voluta dal gestore come strumento di pressione per ottenere fondi pubblici da utilizzare per effettuare quegli investimenti – tanto promessi e mai realizzati – necessari a mettere in sicurezza le reti”.

A chiederselo, il Comitato Spontaneo di lotta contro Acqualatina di Formia. Che incalza. “Dov’è la verità? Forse nella parole della dottoressa Vagnotti, responsabile della segreteria tecnica operativa, organismo che ha la funzione di svolgere funzione informativa e di supporto tecnico a servizio di tutti gli enti locali convenzionati, nonché funzione di controllo generale sulla qualità del servizio idrico. La dottoressa Vagnotti – nel suo intervento nell’ultima conferenza di sindaci – ha sottolineato a proposito della crisi idrica: ‘In passato abbiamo affrontato altre priorità, l’arsenico, come ricordato dalla presidente Della Penna. Attualmente, l’ufficio, insieme al gestore, sta predisponendo l’utilizzo dei dissalatori, metodo apprezzato dal Ministero perché, con la costa lunga che abbiamo è un modo per non depauperare le falde, è allo studio l’apertura di una fonte ed eventualmente l’utilizzo di un maggiore emungimento’.


Raimondo Besson

Ecco spiegato perché non sono mai intervenuti seriamente per combattere la dispersione idrica, preferendo a tale operazione aumentare l’immissione in rete di acqua, così da compensare le perdite. D’altronde Acqualatina – per bocca dell’amministratore delegato Raimondo Besson – ha chiaramente fatto sapere che non c’è nessun ritardo sulle azioni di emergenza, perché non si tratta di interventi previsti dal Piano degli investimenti approvato dalla Conferenza dei sindaci di Ato4. Per chi è a digiuno di queste cose il Piano degli investimenti è l’insieme delle opere che Acqualatina è obbligata a realizzare nel tempo e che determina parte del costo delle nostre bollette. Tale piano è approvato dalla conferenza dei sindaci dell’Ato4.

Lo stesso Besson ci fa sapere che ‘nel caso nostro servono 300 milioni di euro, più del triplo del nostro bilancio annuo, risorse che non è possibile collocare integralmente nella tariffa. La regione Lazio, ha preso atto di questo dato, ed essendo il problema allargato anche ad altre zone, l’assessore Refrigeri ha riconosciuto che tali interventi devono essere affrontati anche con fondi pubblici, non possono essere integralmente scaricati sulla tariffa’. E poi: ‘Il nostro piano – continua Besson – prevede due azioni per fronteggiare le dispersioni fisiche. La prima azione di manutenzione straordinaria, con sostituzione delle condotte nei tratti dove si verificano ripetute perdite, dal costo di 80 milioni nel piano degli investimenti e 70 milioni di euro per progetti mirati sempre al recupero dispersioni fisiche, per la mappatura degli acquedotti, lo studio idraulico della loro distrettualizzazione, l’organizzazione attraverso strumenti di regolazione e l’utilizzo di tecnologie avanzate per fronteggiare le perdite senza la distruzione del terreno sovrastante, soprattutto nelle zone urbanizzate, ad esempio con la ricerca satellitare delle perdite fisiche. Siamo consapevoli che gli ottanta milioni di manutenzione straordinaria non danno un miglioramento del rendimento, perché fronteggiano sostanzialmente il decadimento naturale delle condotte’.

Insomma il riassunto di una lunga serie di promesse e minacce che hanno trasformato i cittadini di Formia in ostaggio delle malefatte di un gestore che ha caratterizzato il suo operato per colpose mancanze aiutato in questo dalla complicità dei sindaci, che hanno avvallato il suo operato, approvando un piano degli investimenti che non aveva al suo interno come priorità la lotta alle dispersioni, nonostante questa raggiungesse la spaventosa cifra del 68%. Ora i sindaci furbescamente provano a cavalcare la protesta, nascondendo il fatto che i primi colpevoli sono loro. Alcuni esponenti di partito – tra di essi Francesco Carta del Pd di Formia – si permettono addirittura di farci la morale, accusandoci di demagogia circa il boicottaggio delle bollette e propongono forme diverse di lotta. Facile chiedersi dove erano quando si decidevano le sorti della nostra acqua e di conseguenza delle nostre vite. Forse a banchettare con i nuovo padroni dell’acqua?”.