Stretta antiterrorismo, controlli a tappeto in provincia di Latina

A livello d’intelligence sono da tempo al lavoro gli specialisti dell’antiterrorismo, impegnati a scandagliare la provincia di Latina alla ricerca di possibili collegamenti non ancora emersi con chi negli ultimi mesi ha colpito all’estero in nome della Jihad islamica, come l’attentatore di Berlino Anis Amri ed il killer di Marsiglia Ahmed Hanachi, entrambi per diverso tempo residenti ad Aprilia. Sotto la lente d’ingrandimento, la possibile presenza di soggetti che possano aver avuto un qualche ruolo nel percorso di radicalizzazione dei terroristi transitati in terra pontina. Predicatori, ma anche semplici intermediari.

Su un altro livello operativo, dietro coordinamento della Prefettura, sono entrate in campo anche le forze dell’ordine locali. Tra martedì e giovedì una task force composta da poliziotti, carabinieri, finanzieri ed agenti della Municipale ha passato al setaccio il “lato oscuro” del nord della provincia. Ovvero le aree e le attività maggiormente frequentate da extracomunitari. Frutterie e kebabberie, bar, internet point e money transfer. Non solo: gli accertamenti hanno riguardato anche diversi edifici abbandonati adibiti ad alloggio. L’attività, con tanto di personale del Nas e delle unità cinofile, si è svolta in particolare a Latina e ad Aprilia. A 360 gradi: tra le altre cose, si è proceduto alla verifica di compravendite immobiliari tra immigrati, e a controlli sulla veridicità della convivenza tra coppie miste, questi ultimi legati a doppio filo al rilascio dei permessi di soggiorno.


I numeri ufficiali della stretta appena disposta dalla Prefettura parlano di 106 veicoli controllati, di cui due sequestrati, e 426 persone identificate, 15 delle quali risultate irregolari sul territorio italiano e, quindi, contestualmente avviate all’espulsione. Cinquanta in totale, gli esercizi commerciali visitati dalle divise, che dal punto di vista amministrativo hanno elevato sanzioni per oltre 6mila 500 euro.