Gravemente ferito ma non ucciso: il latitante Filippo Ronga cercava rifugio a Formia

Il latitante durante i soccorsi

Andava in giro armato e molto probabilmente godeva di ottime coperture sul territorio Filippo Ronga, il 41enne latitante la cui cattura è avvenuta solo due giorni fa in pieno centro a Formia, in piazza Sant’Erasmo, a seguito di un conflitto a fuoco. Nello storico quartiere di Castellone, in una piazza sempre gremita, punto di snodo tra la vicina stazione ferroviaria, la zona di Santa Maria La Noce e la via Appia.

In questo momento Ronga si trova ricoverato e piantonato presso il reparto rianimazione dell’Ospedale “Dono Svizzero” di Formia. Sottoposto ad un intervento chirurgico durato oltre due ore a seguito delle ferite da arma fuoco. I proiettili hanno perforato il fianco e un polmone dell’uomo, che ha riportato anche una ferita superficiale ad una gamba. Le forze dell’ordine intanto sono al lavoro alla ricerca di altri complici.


I FATTI. Poco prima delle 21 di venerdì sera, nel cuore di Formia, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Giugliano in Campania, hanno intimato l’alt con le mani bene in vista a tre persone appena uscite da un’abitazione. Vistosi scoperto, nel tentativo di sfuggire alla cattura, Ronga ha estratto una pistola. A quel punto uno dei militari ha fatto fuoco sul latitante, che ferito è crollato a terra.

L’uomo è stato prontamente soccorso dai sanitari del 118 e trasportato d’urgenza presso il pronto soccorso del nosocomio cittadino.

Nello stesso momento venivano fermate dagli agenti anche le due persone che erano con lui, un ragazzo e una donna. Secondo le prime ricostruzioni si tratterebbe di Giuseppe Ronga, parente ‘alla lontana’ dell’uomo e di Anna Barbato, entrambi di Sant’Antimo. La donna gli avrebbe fatto da prestanome per il noleggio di un’auto, mentre l’altro gli ha fornito le chiavi dell’appartamento nella zona del centro storico di Castellone.


Settanta chilometri.
La distanza che fino a venerdì separava Filippo Ronga dal territorio che considerava di suo predominio, l’area di Sant’Antimo.

Era sfuggito più volte alla cattura, in esecuzione di due provvedimenti restrittivi del Tribunale di Napoli.

La città di Formia invece, era l’ultima residenza dell’uomo affiliato al clan Ranucci, nei suoi quattro anni di latitanza. Un quadro a cui gli abitanti del sud pontino, purtroppo, sono quasi abituati.

 

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