Sabaudia, la guerra per le dune la vincono i vip: Comune sconfitto

Alla fine, hanno vinto i famosi. La leggenda del pallone Francesco Totti, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il maestro del cinema Bernardo Bertolucci, la famiglia Fendi, ed altre decine di volti noti nostrani, oltre che il Comune di Terracina. Per la Cassazione il Comune di Sabaudia non può accampare alcun diritto di proprietà sulle dune mozzafiato su cui negli anni sono state costruite molte ville vip. 

Il regime fascista, con regio decreto, aveva costituito il Comune pontino “prendendo” pezzi di territorio dai Comuni limitrofi, ma non il relativo patrimonio. Ragione per cui il Comune di Terracina aveva effettivamente il diritto di vendere nel 1952 i fondi di Ponte, Pantanelli e i tumuleti del lago di Paola. La Cassazione per questa ragione ha in questo modo messo la parola fine su un contenzioso che pareva infinito, con decine di parti in causa ed iniziato nel 1962, vedendo l’amministrazione di Sabaudia chiedere la restituzione dei terreni ai proprietari di ville e resort.


Respingendo il ricorso del Comune di Sabaudia, la Suprema Corte ha confermato la sentenza della Corte d’Appello di Latina, che nel 2011 aveva ribaltato la decisione del giudice onorario, che aveva al contrario dichiarato l’inefficacia dell’atto di compravendita con il quale il Comune di Terracina aveva venduto i suoi fondi a una società immobiliare nel 1952, ordinando la restituzione dei terreni, salva intervenuta usucapione.

Le sentenze della Corte d’Appello di Latina, prima, e della Cassazione poi, si fondano sulla distinzione tra bene demaniale e bene patrimoniale. In sostanza, il regio decreto del 1933 con il quale era nato il Comune di Sabaudia dalla bonifica dell’agro pontino, aveva trasferito i beni demaniali, sui quali è sorta la nuova città, ma non prevedeva alcuna cessione di beni patrimoniali dai comuni limitrofi.

Al Comune della città di fondazione ora non resta che pagare la bellezza di circa 200mila euro di spese legali, da sommare ai quasi 600mila relativi alla sentenza di secondo grado.