Piano di controllo della volpe, gli ambientalisti bloccano l’uccisione in alcune aree della Provincia

Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra i delegati ambientalisti dell’assemblea, Paola Marcoccia per Legambiente e Marcello Rosario Caliman per Italia Nostra, e il Presidente dell’Ambito Territorale di Caccia-LT2 Elio Trani in merito al piano di controllo della volpe dell’ATC-LT2 previsto nel triennio 2018-2020, verbalizzante il segretario Gerardo Pistillo.

Le due associazioni avevano inviato a gennaio 2018, anche con il sostegno dell’ENPA nazionale (Ente Nazionale Protezione Animali), una lettera al Presidente della Regione Lazio, all’Assessore Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Lazio, all’ATC-LT2 e all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) in cui evidenziavano dettagliatamente tutti gli aspetti contrastanti con la legge. Il 3 e il 4 febbraio scorsi si era svolto a Fondi anche un corso per selecontrollori di volpe a cui hanno partecipato diversi cacciatori. Il piano di controllo è attuato esclusivamente all’interno delle Aree di Rispetto Venatorio (ARV) e ha ricevuto il parere favorevole dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Nelle ARV è previsto un programma di interventi finalizzati esclusivamente a ricostituire nuclei di popolazione di piccola selvaggina stanziale (lepre e fagiano), facendo ricorso a immissioni di selvaggina allevata in cattività da inserire in appositi recinti di ambientamento a cielo aperto. Gli interventi di controllo del piano quindi mirano a ridurre l’impatto predatorio della volpe sulle specie di piccola selvaggina.


La volpe è un predatore onnivoro estremamente adattabile, di cui attualmente è consentita la caccia dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio (Art. 18 della Legge 11 febbraio 1992, n. 157). Il piano di controllo consente invece l’uccisione delle volpi nel mese di gennaio, febbraio e marzo, in orario crepuscolare o notturno, con l’impiego del faro. Inoltre nei mesi di aprile, maggio, giugno, luglio ed agosto, qualora le misure adottate non abbiano raggiunto concreti obiettivi e si sia constatata un’eventuale presenza di volpi con piccoli, si potranno attuare interventi sulla tana con l’impiego di cani specializzati. Si tratta di un’attività fortemente impattante per la fauna selvatica, poiché causerebbe un grave e prolungato disturbo biologico alle specie selvatiche impegnate nella fase di riproduzione, periodo tutelato dalle norme nazionali e dalla Direttiva Europea Uccelli. I danni causati dalla volpe devono essere chiaramente comprovati e certamente non possono limitarsi al possibile disturbo delle specie di interesse venatorio, perché la norma di riferimento non lo prevede. Inoltre non si conosce la consistenza della popolazione di volpi nelle zone interessate e neppur il loro reale impatto sulle specie di piccola selvaggina, come viene ammesso anche dall’ISPRA.

Il piano di controllo prevede di procedere ad abbattimenti senza che siano stati messi in atto metodi ecologici di contenimento, come richiede esplicitamente la 157/1992. Infine, il metodo della caccia in tana è particolarmente cruento, perché prevede la distruzione delle tane dove in primavera si rifugiano le madri con i piccoli e inoltre può danneggiare anche specie protette come il tasso e l’istrice ma anche altre specie di mammiferi e uccelli. I delegati ambientalisti hanno ricevuto risposta alle loro osservazioni da parte dell’ISPRA ma non ancora dalla Regione Lazio. Chi vive sul territorio e crede nell’impegno civico non può sottostare ai tempi delle istituzioni e aspettare che la politica si renda disponibile all’ascolto. Per questo i delegati ambientalisti dell’ATC-LT2 hanno lavorato molto per cercare un dialogo diretto con i cacciatori, trovando ascolto e disponibilità da parte del presidente dell’ATC-LT2 Elio Trani. Si è così deciso di realizzare prima, congiuntamente ai delegati ambientalisti, un monitoraggio delle volpi presenti nelle ARV per verificare la consistenza numerica e gli eventuali danni effettivi. È stato comunque concordato di evitare in ogni caso la possibilità della caccia in tana. In questa fase di campagna elettorale i delegati ambientalisti, sulla base di quanto accaduto nel caso della volpe, chiedono a chiunque si candidi a governare la Regione a non autorizzare in futuro piani pluriennali di controllo della fauna senza aver prima previsto l’applicazione di metodi ecologici e la loro successiva verifica oltre che impegnarsi a condurre adeguati monitoraggi, così come previsto dalla legge nazionale.