“Ripresa in atto”, la radiografia delle imprese in provincia di Latina firmata Federlazio

Posizionamento ed immagine dell’Impresa in un mercato competitivo ed internazionale – Nuovi strumenti di analisi e valutazione”: è questo il tema del convegno organizzato dalla Federlazio di Latina, in collaborazione con l’Assoper, la Banca Popolare del Lazio, Cribis, il Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Sud Pontino e la società “Meta” svoltosi giovedì 19 aprile a Gaeta, presso la sede del Consorzio Industriale in località Vivano. Ad aprire i lavori il neopresidente dell’Assoper (Associazione Operatori Economici Basso Lazio), Roberto Tartaglione, la cui nomina è stata ufficializzata in occasione dell’evento e successivamente, Saverio Motolese, direttore di Federlazio Latina, che ha presentato l’indagine congiunturale dell’Ente, relativa al secondo semestre 2017, mentre Claudio Roccetti del Cribis ha parlato sul tema “Le aziende in provincia di Latina: caratteristiche e pagamenti”. A seguire, gli interventi del presidente del Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Sud Pontino, Salvatore Forte, e dell’Amministratore delegato della Banca popolare del Lazio, Massimo Lucidi, mentre le conclusioni sono state affidate al presidente di Federlazio Latina, Giampaolo Olivetti.

“Le risultanze emerse dall’analisi congiunturale – ha sottolineato il direttore Motolese – sono eloquenti nella loro semplicità: la ripresa è in atto e gli indicatori sono lì a darne una rappresentazione statistica. Se nel commentare l’indagine dello scorso semestre parlavamo di ‘uno spiraglio che infonde un sentimento di ragionevole speranza’, ora possiamo affermare che quello spiraglio si è esteso e quella speranza ha ricevuto una conferma. Si tratta, ci dicono i dati, di una ripresa trainata dall’export e da quello indirizzato verso i paesi extra-Ue in modo particolare; il che significa che le nostre imprese – o per meglio dire quella frazione di imprese che lavora sui mercati internazionali e che rappresenta la punta di diamante del nostro sistema produttivo – hanno recuperato la loro competitività e si sono rimesse in corsa sullo scenario globale. Cosa questa particolarmente meritoria, se pensiamo che il nostro tessuto imprenditoriale si trova ad operare dentro un sistema-paese che non brilla certo per livelli di efficienza amministrativa né per la leggerezza del carico fiscale, né per la semplicità dell’apparato normativo”.


Comunque, ha aggiunto il presidente di Assoper, Roberto Tartaglione, “vale la pena sottolineare che questo inizio di ripresa, nel corso dell’ultimo semestre, si riflette positivamente anche sul piano occupazionale, in maniera più evidente, rispetto al recente passato, il che conferisce al trend in atto un contenuto che non è solo rintracciabile dalle statistiche, ma si ripercuote, sia pure in misura parziale e territorialmente differenziata, nel vissuto quotidiano delle persone. Dunque, dall’analisi del quadro congiunturale, emerge che gli aspetti positivi sono maggiori rispetto ad alcune criticità, anche se, in linea generale, le aspettative, per i prossimi mesi sono ancora basate sulla fiducia. Tutto ciò va accolto positivamente poiché senza questo elemento verrebbero meno le spinte ad investire, a realizzare ed a rischiare, che da sempre rappresentano il dato fondante dell’agire imprenditoriale”.

Ma non dobbiamo dimenticare, ha conclude Tartaglione, “che lo sviluppo economico moderno è sempre più un percorso che non può essere lasciato unicamente allo spontaneismo degli ‘spiriti vitali’ espressi dalla operosità delle PMI, ma deve sempre più essere programmato, governato ed accompagnato da politiche adeguate, funzionali ad esso, coerenti ed organiche, sommandosi inevitabilmente ad una organizzazione burocratica efficiente, snella, moderna sulla quale poter costruire uno sviluppo solido e duraturo”.

A sua volta il presidente del Consorzio Industriale, Forte, ha ribadito come “è ovvio che anche la politica deve fare la sua parte, creando almeno le precondizioni per una doverosa crescita delle imprese, come già da tempo si sta sforzando di fare il Cosind, attraverso una sempre più marcata internazionalizzazione delle relazioni istituzionali e dei rapporti commerciali. La politica deve saper rappresentare gli interessi nazionali e deve tracciare una strada, o almeno, deve fare in modo di non rallentare il passo degli operatori, di non ostacolarlo e di non appesantirlo con una zavorra di difficoltà ulteriori rispetto a quelle già insite nel fare impresa e nel confronto con i mercati che, ormai, non sono più solo quelli domestici, ma sono globali, con concorrenti agguerriti, più organizzati, più determinati e, soprattutto, che hanno alle spalle sistemi-paese più efficienti”.

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