Materie prime, osservate speciali sui mercati

Inizio d’anno positivo per il settore energetico, in picchiata il settore metallurgico.
Le materie prime risultano comunque uno fra gli investimenti più redditizi

Cresce l’attenzione dei mercati verso le materie prime.
I mercati finanziari globali hanno vissuto un inizio d’anno davvero scoppiettante, simile in tutto e per tutto ad un viaggio sulle montagne russe.
Movimentato non significa per forza di cose produttivo, infatti i primi mesi del 2018 si sono rivelati davvero poco edificanti dal punto di vista delle performance.


I mercati hanno scontato le notizie sulla riforma fiscale statunitense che ha deluso i comparti finanziari regalando al primo trimestre dell’anno in corso indici negativi soprattutto sul fronte statunitense, coinvolgendo un po’ tutti gli asset.

I mercati azionari USA hanno perso appeal, coinvolgendo anche l’Europa.
Se l’Euro Stoxx 600 il 23 gennaio 2018 aveva raggiunto il massimo dal dicembre del 2007, con un +5.02% d’avvio d’anno, la turbolenza lo ha fatto colare a picco arrivando il 26 marzo a -5.03%, e toccando quota -9.57% dall’ inizio dell’anno.

Le materie prime
Altra storia per oro e altre commodity.
Il mercato delle materie prime mette in evidenza un inizio d’anno piuttosto positivo per il settore energetico, che vede in buona posizione il petrolio e in netta difficoltà il settore metallurgico, con un ribasso cospicuo per l’alluminio che dai primi giorni dell’anno è parso in picchiata sino a perdere il 9,52%, le motivazioni fanno capo alle scelte in tema di tariffe volute dal presidente Trump in tema di importazioni.

Altra storia per l’oro, osservato speciale di lusso.
Le previsioni sul metallo prezioso vanno prese con le molle.
Se il 2017 è parso un anno impegnativo, che si è dovuto misurare con l’avvento dell’era Trump al governo degli USA, i tuoni di guerra e le minacce missilistiche perpetrate dalla Corea del Nord, ma anche con le politiche delle banche centrali, il 2018 vedrà una navigazione a vista.

Ad incidere sul prezzo dell’oro sarà soprattutto la fiducia di cui godrà il dollaro nei mesi e anni a venire, ma soprattutto i risvolti geopolitici.
Come sostengono la ‘lotta dei dazi’, che contrappone gli USA alla Cina ma anche all’Europa, avrebbe potuto garantire al prezzo dell’oro un futuro florido, un’opportunità importante capace di portare in cinque anni il dollaro a toccare quota 1.400 dollari l’oncia.

Quotazioni dell’oro destinate a crescere ma attenzione ai  risvolti geopolitici
Il persistere delle tensioni fra Stati Uniti e Cina di fatto porterebbe i trader a scegliere l’oro per investimenti sicuri, ma al momento a dettare legge sono le incertezze.
Il futuro è segnato dal rischio geopolitico, che gioca il ruolo di prim’attore in questo panorama finanziario.

E se in prima battuta le previsioni per il 2018 sul prezzo dell’oro puntavano ad una quotazione pari a
1.270 dollari, con possibile rialzo a 1.350 nel 2019 e il raggiungimento di quota 1.370 nel 2020, oggi gli analisti sono più cauti, anche se di fatto l’oro non sembra voler svestire i panni di bene rifugio.

Investire sulle commodity é ancora redditizio
Investire sulle materie prime risulta comunque una scelta determinante. Nel 2018 le materie prime vengono poste in prima linea fra gli investimenti più redditizi. Numeri alla mano dall’avvio dell’anno ad oggi le materie prime hanno segnato un rendimento annualizzato del 22,7%, una percentuale davvero degna di nota.