Fondi, allarme per un aspirante suicida. Ma è una “scherzo” telefonico

Un prossimo suicidio annunciato telefonicamente, ma che non c’era. Non c’era l’abitazione indicata nella chiamata d’allarme. Come non c’era l’aspirante al trapasso, o presunto tale. Un nome falso, quello fornito. Solo uno scherzo di pessimo gusto, secondo gli intervenuti. Tanti. Un’ambulanza dell’Ares di stanza al San Giovanni di Dio, un’auto medica proveniente da Formia, carabinieri e polizia della Piana. Tutti precipitatisi alla periferia di Fondi per poi rendersi conto di essere incappati in un qualcosa di inesistente. Un gran sospiro di sollievo, certo. Ma inevitabilmente anche stupore e rabbia.

Tutto è partito intorno alle 19,30 di lunedì, con una chiamata alla centrale operativa del 118. All’altro capo del telefono, un uomo che diceva di essere intenzionato a farla finita. Lo avrebbe fatto di lì a breve in un’abitazione della periferia fondana, avvertiva. Immediato l’allarme, come pure l’attivazione della macchina dei soccorsi. Una corsa contro il tempo per salvare una vita. Poteva essere questione di minuti, se non di secondi. Sirene accese; piede premuto sull’acceleratore. Mezzi diretti all’unisono al civico 25 di via San Raffaele. Un indirizzo inesistente. Sono bastati alcuni accertamenti per rendersi conto di come anche il nome indicato fosse falso, e un rapido sopralluogo in zona per capire non ci fosse nessuno bisognevole di aiuto. Tantomeno sull’orlo del suicidio. Ecco quindi palesarsi l’ipotesi del brutto scherzo. Chissà con quale gusto, poi.


Una ragazzata, magari, ma che potrebbe avere conseguenze di rilievo penale: se individuato con certezza, per l’autore di quella che è stata inquadrata a tutti gli effetti come una telefonata-beffa si andrebbe a profilare il reato di procurato allarme, punito con l’arresto fino a sei mesi oppure con un ammenda che può superare i 500 euro. E dare un nome – questa volta vero – all’aspirante suicida “per finta” potrebbe anche non essere troppo difficile. Il numero telefonico da cui è partita la chiamata d’allarme è in possesso del centralino del 118. Che lo ha rigirato ai carabinieri della Tenenza locale, che sull’episodio hanno aperto un fascicolo d’indagine.