Comune di Latina: ecco chi sono i neo assessori del sindaco Coletta

La parola “rimpasto”, che forse dava a tutta l’operazione del sindaco un sapore di cucina politica è stata sostituita con disinvoltura con il termine “rinnovo” che forse conferisce più la sensazione di un cambiamento interno a quella giunta che cantando “todo cambia” e parlando non di pagine voltate ma di libri “cambiati” si propone di rivoluzionare la città. Ed ecco tre nuove pagine di questo libro, sono tre nomi per tre assessorati. E cominciamo da quello più in vista e anche quello che è già costato una dolorosa rottura nel cuore del movimento.

 


Silvio Di Francia

Silvio Di Francia, il Verde dalla cintura nera vicino a Veltroni
Voleva salvare Ponte Milvio dai lucchetti con un corrimano

Un fedelissimo di Veltroni approda nel capoluogo pontino, è Silvio Di Francia, nato a Cittaducale in provincia di Rieti, classe 1954. Un giornalista con alle spalle collaborazioni importanti con Radio3 laureato in Scienze Politiche con un passato da campione di Judo (attualmente è anche presidente del Comitato Regionale Lazio della Fijkam, la federazione italiana di Judo, Lotta e Karate). Anche nella politica romana il neo assessore alla cultura, turismo e sport di Latina è stato una vera cintura nera. Consigliere comunale eletto con la lista dei Verdi (di cui è stato anche portavoce nazionale per un certo periodo) coordinava la maggioranza del sindaco Veltroni e da allora non sono mai mancati i riconoscimenti nei suoi confronti. Per esempio Silvio Di Francia è stato nominato presidente della Zètema, azienda strumentale del Comune di Roma, vero gigante (per alcuni dai piedi di argilla) della cultura capitolina. Azienda dalle spese colossali che si proponeva già ai tempi obbiettivi all’avanguardia come quello dei musei virtuali e che ha sempre avuto alterne fortune nella realizzazione dei suoi progetti. Di Francia però lascia il comodo incarico per tornare in prima linea sempre con Veltroni dopo una rotazione di poltrone importante durante il suo secondo mandato ed entra in giunta. Sarà assessore alla cultura della Capitale dal 2006 al 2008. In questo periodo il suo nome viene associato spesso ad un “corrimano”, la soluzione controversa che aveva proposto per risolvere il problema dei tantissimi lucchetti appesi ai lampioni di Ponte Milvio. Entrerà anche in polemica con Vittorio Sgarbi (ai tempi suo omologo a Milano) per via delle palline rotolate giù dalla scalinata di Piazza di Spagna dall’artista futurista Vittorio Cecchini che Sgarbi difendeva come autore di una grande performance. Di Francia invece definì il gesto di Cecchini come “folclore molesto” schierandosi dalla parte di chi riteneva che quel gesto fosse punito. “Se a Sgarbi è piaciuto tanto allora lo inviti a Milano” fu il lapidario commento di Silvio Di Francia. Ma Il suo ruolo in prima linea nella cultura romana – specialmente quella legata al mondo della cultura – però non si esaurisce con Veltroni. Sarà consulente della Regione e di altri enti. Nel 2013 lo ritroviamo nel gabinetto del sindaco Marino con un contratto triennale che da quel che si può leggere dalla stampa romana valeva poco più di 90mila euro l’anno. Da quel che risulta, Di Francia sarebbe laziale, che magari a Latina non vuol dire molto ma nei salotti capitolini sono cose importanti da sapere e infatti i giornali riportano anche questo. Le sue prime dichiarazioni sono uno slalom di citazioni, De Gasperi, Fellini, Ginzburg. Nel riportare le sue dichiarazioni vi risparmiamo la maggior parte delle citazioni, il discorso – l’assessore ci perdonerà – non perderà di senso.

“Le cose fatte non sono mai riproducibili, ho avuto esperienze romane con successi ed errori ma nulla si ripete. La grande cultura italiana è nata da una dialettica costante tra provincia e città centrali. Fellini, in un Paese privo di questo dialogo non sarebbe mai esistito. Nella Provincia c’è la storia della cultura italiana e se posso dare un contributo che posso dare è quello di continuare l’eccellente lavoro fatto fino ad oggi. In questa città ci sono delle eccellenze di cui il paese non si accorge ma andremo a bussare e chiedere risorse per valorizzarla”.

 

A PAGINA 2 – ” GIANMARCO PROIETTI E GIULIA CAPRI’ “