Perchè si infiamma l’Appendicite

Alla base dell’insorgere dell’infiammazione dell’appendicite si trovano domande e quesiti quali le modalità di insorgenza, le motivazioni ed i perché.
Prima ancora di cercare di capire la natura dell’infiammazione di questa parte specifica del corpo umano, detta più specificatamente appendice vermiforme, si dovrà comprendere la sua esatta anatomia.
La lunghezza dell’appendice viene generalmente compresa tra i 5 e i 10 centimetri, assomiglia ad un lombrico con la differenza che è cava al suo interno.
Spesso ci si chiede dove si trova l’appendicite, questa è precisamente situata nel quadrante inferiore dell’addome, al di sotto dell’ombelico verso il lato dell’organo del fegato, interessando la primaria porzione dell’intestino crasso denominata cieco.
L’appendice si somma alle funzionalità del sistema immunitario durante i primi anni di vita di un nuovo organismo, svolgendo un’operazione di filtraggio proprio come avviene per le tonsille.
Successivamente ai primi anni di vita l’appendice viene citata esclusivamente in conseguenza ad un’infiammazione che potrebbe comportare anche un intervento chirurgico di rimozione.

Quali sono i Sintomi di un’Infiammazione
Ci sono dei sintomi che ci permettono di capire che un determinato malessere è dovuto ad un’infiammazione dell’appendicite.
In presenza di disturbi come il gonfiore addominale, la stitichezza o la dissenteria, in presenza di febbre prolungata, di inappetenza e di nausee o vomito per diversi giorni si consiglia di consultare il proprio medico curante.
Il proprio medico dovrà quindi valutare se sarà necessario effettuare delle analisi del sangue per accertarsi del problema.


Quali sono i principali motivi di un’infiammazione all’Appendicite
In presenza di un’infezione si verificherà di conseguenza un’ostruzione a livello del lume appendicolare. Il processo infiammatorio acuto comporta un corredo sintomatico caratterizzato da forti dolori al basso ventre dalla parte destra, possibile insorgenza di uno stato febbricitante, nausea e inappetenza, oltre ad un possibile dolore anche a livello della gamba.
Alla base dell’ostruzione dell’appendicite si trova generalmente un accumulo di materiali quali muco, parassiti intestinali, calcificazione delle feci, corpi estranei e residui di cibo, soprattutto semi e noccioli della frutta. In risposta all’ostruzione si verifica una risposta immunitaria a richiamo dei globuli bianchi che concorreranno alla digestione dei patogeni, rilasciando pus in grado di perforare l’appendicite stessa o formazioni tumorali.
L’infiammazione dell’appendicite può avere anche un’origine patologica riferita all’intestino, ma in presenza di forti dolori addominali nella parte destra dell’addome sarà necessario rivolgersi immediatamente presso le strutture mediche sanitarie d’emergenza.
Il dolore è in assoluto il sintomo maggiore in presenza di un’infiammazione, aggravato generalmente in presenza di eventi improvvisi quali tosse, movimenti anomali e respirazione profonda.
Il primo controllo che il medico eseguirà in presenza del corredo sintomatico sarà quella caratterizzata dalla palpazione esterna della parte interessata, al fine di non confondere ulteriori patologie in corso come le coliche biliari o coliche renali.
La prognosi da infiammazione dell’appendicite prevedrà un periodo di osservazione ospedaliera pari a circa 12-24 ore attraverso le quali monitorare lo stato dei sintomi e gli eventuali peggioramenti in corso, escludendo il rischio di peritonite e il decesso del soggetto.
La peritonite sopraggiungerà al momento della rottura dell’appendicite e del rilascio di tutto il materiale infetto presente all’interno degli altri organi, mentre un intervento di rimozione chirurgica assicurerà al paziente una sopravvivenza priva di conseguenze. In ogni caso l’esame di una TAC potrà escludere qualsiasi perplessità, dimostrando i dubbi medici e decretando un’effettiva infiammazione in corso.
Nei casi in cui l’infiammazione non regredisca tramite trattamento farmacologico o spontaneo l’intervento di appendicectomia comporterà uno stato di anestesia generale con un conseguente periodo di degenza relativamente breve grazie alle nuove tecniche chirurgiche, il tutto risolvibile nell’arco di 1-2 settimane, con una dimissione dalla struttura ospedaliera inferiore.

Cibi da Evitare
Alcuni medici consigliano di seguire un preciso regime alimentare. Nei casi meno gravi però si può semplicemente evitare di mangiare alcuni cibi che potrebbero infiammare la zona ulteriormente. Tra i cibi da non mangiare quando l’appendice è infiammata ci sono la cioccolata, le bevande gassate ed alcoliche, i formaggi molto grassi, le spezie, il the ed il caffè.