Dopo le manette l’esodo: addio ai Cas travolti dall’inchiesta. E a centinaia di migranti

(Nell’immagine, la protesta che diede il via all’inchiesta)

Battenti chiusi, a breve, per le strutture gestite dalle cooperative finite nell’occhio del ciclone dopo l’operazione “Dionea”, che ha portato a sei arresti. E quindi un nuovo “esodo”, per i migranti finora ospitati.


Una disposizione ampiamente nell’aria, e ratificata venerdì pomeriggio nell’ambito di una conferenza dei sindaci convocata d’urgenza a Latina dal prefetto Maria Rosa Trio, che ha voluto affrontare la sopraggiunta emergenza – e più in generale la questione dell’accoglienza – con i primi cittadini pontini. Un confronto che ha visto come parti interessate soprattutto i Comuni di Fondi, Monte San Biagio e Lenola, che nelle varie sedi destinate a Cas dalle due onlus travolte dallo scandalo, La Ginestra e l’Azalea, fino a pochi giorni fa ospitavano oltre 500 richiedenti asilo, quasi tutti africani. Un centinaio già avviati presso alcune strutture regionali, i quasi 400 restanti da ricollocare in altri Centri di accoglienza straordinaria presenti in provincia di Latina entro il 5 luglio. Giorno della “deadline” per la progressiva chiusura delle strutture in questione, alcune già serrate tra giovedì e venerdì.

“Una decisione dovuta alla mala gestione che il Comune da tempo aveva segnalato a tutti gli enti preposti”, ha sottolineato a margine della conferenza dei sindaci pontini Vincenzo Carnevale, vicepresidente della Provincia nonché capogruppo di Forza Italia nel consiglio comunale di Fondi, facendo eco all’intervento del senatore fondano Claudio Fazzone, (subito contestato da Forza Nuova). “Basta all’accoglienza illecita, se dobbiamo accogliere, accogliamo esseri umani, non carne da macello”, il commento del primo cittadino forzista di Monte San Biagio, Federico Carnevale.

Diversi, nel frattempo, i problemi andati a palesarsi presso alcune sedi delle due onlus: congelati con le manette i conti correnti, scorte di cibo sempre più limitate. Difficoltà per la moltitudine di stranieri ospiti su un fronte, su un altro difficoltà per i dipendenti de La Ginestra e dell’Azalea. Decine di persone di fatto senza lavoro dalla sera alla mattina.

E chissà che, per migranti e addetti delle coop impegnate nell’accoglienza sul territorio provinciale, la chiusura delle due onlus al centro dell’inchiesta su truffe e frodi ai danni dello Stato, nonché maltrattamenti nei confronti richiedenti asilo, non possa portare a un effetto domino.

Oltre a mettere nero su bianco modalità e tempistiche per il ricollocamento delle centinata di persone finora in carico ai Cas targati La Ginestra e Azalea, infatti, nel corso della conferenza dei sindaci di ieri, cui hanno preso parte anche rappresentanze di Questura, Comando dei carabinieri di Latina e Guardia di finanza, è stata focalizzata l’attenzione su un piano di controlli ad ampio raggio. Nelle intenzioni del Prefetto, d’ora in poi ecco un deciso cambio di rotta. Sarà tolleranza zero. Con “porte aperte” nelle onlus che gestiscono i profughi: ai controlli di Asl e vigili del fuoco, iniziati nei giorni scorsi, si aggiungeranno quelli dei sindaci, autorizzati dalla Prefettura all’entrata nei Cas con la polizia locale.