Colpi di arma da soft air contro nigeriani a Latina. “Atto gravissimo” per il Sindaco. De Monaco: “erano solo pallini di gomma”

Non sembra ci siano dubbi, coloro che alle 19.30 circa di ieri hanno sparato con un’arma ad aria compressa contro otto giovani nigeriani ospiti della cooperativa“Karibù” che aspettavano l’autobus a Latina Scalo avrebbero avuto un intento chiaramente razzista. Un caso non unico, era già accaduto ben due volte solo 4 giorni fa a Forlì. Due degli otto ragazzi di 19 e 26 anni sono stati colpiti ma stanno bene, a rimanere ferito è stato soltanto il loro orgoglio quando in via della Stazione di fronte alla scuola materna “CiancarellI” i due sono stati fatti oggetto del tiro a raffica di un’arma – poco più che un giocattolo, di quelle forse che si usano per il soft air che però possono essere potenzialmente pericolose – partito da una berlina in movimento lungo la strada. Una bravata secondo alcuni, un atto gravissimo per altri come il sindaco di Latina Damiano Coletta che ha emesso una nota ufficiale del Comune per dire che: “A nome dell’intera città, del Consiglio comunale e della Giunta esprimo la totale solidarietà ai due ragazzi migranti e ribadisco l’impegno nel proseguire il lavoro di accoglienza e integrazione intrapreso, nel costruire cantieri di pace coinvolgendo i comitati di quartiere della città e facendo in modo che episodi simili non si ripetano e restino isolati”.

Analoga preoccupazione anche per l’assessore alle politiche sociali Patrizia Ciccarelli che sui social ha commentato:  “Bisogna interrompere con urgenza il montante clima di odio e di paura. Restiamo umani”. 


Da qui altre reazioni del web, come quella del capogruppo in consiglio comunale Dario Bellini o l’evocazione allarmata della consigliera Chiara Grenga (sempre di Latina Bene Comune) che ha scritto: “La storia insegna che era un personaggio quasi buffo, i giovani lo imitavano e poi la situazione sfuggì di mano”. La consigliera non dice espressamente chi stia paragonando ad Hitler ma dice anche: “questa campagna d’odio deve finire”. Non sembra affatto allarmato invece Salvatore De Monaco, ex presidente del consiglio comunale sotto la giunta Zaccheo, nome di spicco in passato della destra pontina che fu anche vice-presidente della Provincia durante l’era Cusani. “Anche quando eravamo ragazzi noi giocavamo con i pallini di gomma, ma nessuno ci ha mai messi sul giornale per questo”. Al di là del materiale dei proiettili però, a differenza di altre volte in cui si era temuto lo sfondo razziale per atti di violenza e criminalità che poi si sono rivelati infondati, appare però difficile che un auto in corsa che spara su otto migranti nigeriani abbia colpito a casaccio e senza un motivo razziale. Gli inquirenti stanno indagando, anche perché la macchina sarebbe stata fotografata da un passante. I motivi del gesto potrebbero essere scoperti da un momento all’altro.

Anche Lbc, il gruppo politico che governa Latina ha deciso di esternare la propria vicinanza con gli ospiti della Karibù aggrediti con un comunicato:

Latina Bene Comune esprime solidarietà ai due ragazzi immigrati che ieri sera, a Latina Scalo, presso la fermata dell’autobus, sono stati colpiti da proiettili sparati da una pistola ad aria compressa, da parte di ignoti a bordo di un’auto.
Siamo preoccupati e indignati per questo vile e grave gesto che se fosse di matrice razzista, assumerebbe toni ancora più inquietanti. La nostra preoccupazione deriva dal fatto che la cronaca nazionale ci riporta episodi di bravate simili. 
Il razzismo è sempre stato una piaga nella Storia dell’Umanità e, se non viene adeguatamente contrastato, può sfociare in episodi di cieca violenza, come è già accaduto e purtroppo continua ad accadere, se l’odio viene alimentato da un clima di ignoranza, sospetto, paura del diverso, nel tentativo di trasformare la paura di un futuro incerto nella paura dello straniero.
Però l’odio razziale non appartiene alla nostra città, vogliamo ribadirlo con forza.

Questo grave episodio è e resta un episodio di violenza, un gesto criminale ad opera di ignoti, che suscita il nostro disprezzo e per il quale attendiamo venga fatta chiarezza e individuati i responsabili“.