Class action contro Acqualatina, due membri del C.d.A. ‘diffidano’ gli avvocati

Gli avvocati promotori della Class Action contro Acqualatina

“Gli Avvocati del Comitato Class Action Acqualatina insieme agli attori che hanno introdotto il giudizio sono stati “diffidati” per l’invito rivolto al Collegio Sindacale di Acqualatina ad adottare tutte le cautele connesse all’azione di classe pendente dinanzi al Tribunale di Roma.

Nessuna risposta è pervenuta, ad oggi, dal Collegio Sindacale stesso e la diffida giunge da parte dei dott. Besson e Lauriola membri del C.d.A. della società, a prevalente capitale pubblico, sottoposta proprio al controllo del Collegio sindacale. (leggi il file .pdf della diffida)


Raimondo Besson

Nella nota inviata ai Sindaci non v’è alcuna minaccia di azione legale ma semplicemente il suggerimento di vigilare e verificare (nell’ambito dei compiti cui sono chiamati) che gli organi societari adottino tutte le opportune azioni prudenziali attesa l’ordinanza del Tribunale di Roma che, nel dichiarare ammissibile la “class action” sul punto relativo alle partite pregresse, ha già formulato chiaramente un giudizio sulla loro illegittimità, rinviando per l’udienza del prossimo giugno 2019 al solo ed esclusivo fine di produrre idonea documentazione attestante l’esistenza in fattura delle voci contestate e l’avvenuto pagamento delle stesse, e quindi di quantificare gli importi che Acqualatina dovrà rimborsare.

Non vi sono neppure informazioni false, né l’istigazione ad agire rivolto a tutti gli altri utenti esclusi dall’azione, contro il gestore (che tra l’altro non si comprende quale ipotesi di reato configurerebbe!) per il tramite degli avvocati del Comitato.

Agendo il Comitato nel pieno rispetto delle regole e della dialettica processuale, non vi sono profili deontologici violati, come apoditticamente affermano il Besson e il Lauriola, per la qual cosa ci riserviamo ogni e più opportuna azione a tutela dei diffidati tutti.

Non indietreggeremo neppure di fronte a queste forme di intimidazione perché siamo consapevoli di essere dalla parte del giusto e intendiamo continuare a tutelare i diritti di tutti gli utenti dell’ATO4 troppe volte posposti dal management a interessi finalizzati a lucrare su un bene come l’acqua che non può e non deve essere assolutamente oggetto di speculazione da parte di chicchessia.

Il gestore si occupi di adempiere a quanto obbligato contrattualmente ed eviti azioni che svelano il timore fondato di dover restituire quanto indebitamente percepito, senza aver fornito, di contro, un corrispondente servizio di qualità agli utenti”.

 

A PAGINA 2 – “LA NOTA PUBBLICATA SUL SITO DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO”