Latina, ancora occupazione abusive al “Colosseo”. E nessuno interviene

A dicembre del 2015, dei funzionari dell’Inps appendevano un cartello ai sette portoni occupati abusivamente nel palazzone pomposamente battezzato “Colosseo” di viale Le Corbusier di Latina. L’avviso appariva perentorio e forse i residenti regolari dello stabile, che da anni lottano contro le occupazioni coatte degli stabili del loro palazzo ci speravano che quello fosse un segnale che qualcosa sarebbe cambiato.

Il cartello così ammoniva: “Sono state presentate le relative denunce penali alla Procura della Repubblica di Latina allo scopo di perseguire coloro che hanno commesso il reato di occupazione abusiva ed eventuali altri soggetti che abbiano fiancheggiato o favorito detti reati. Gli immobili occupati abusivamente sono destinati all’uso commerciale e, pertanto, i lavori di ristrutturazione eventualmente eseguiti dagli occupanti abusivi si configurano come ulteriore reato di abuso edilizio. Vista la natura commerciale degli immobili le occupazioni senza titolo non sono in alcun modo suscettibili di sanatoria”.


Insomma, l’Inps, che ha ereditato gli immobili di una buona metà del palazzo dall’Inpdap, l’Ente non economico che si occupava dal 1994 delle pensioni dei dipendenti pubblici poi soppresso (o meglio assorbito) per decisione del Governo Monti (decreto salva Italia 2011) dall’Inps. L’ente tecnicamente è stato cancellato ma esiste ancora ma si occupa solo delle sue funzioni precedenti, mentre il suo patrimonio immobiliare è passato all’Inps. E così, per far capire che con l’Inps non si scherza, i funzionari pubblici si erano presentati alle sette porte del Colosseo per ammonire perentoriamente con quello che sembrava l’ultimo avviso agli occupanti. Sono forse calate le occupazioni abusive da allora? No, il “Colosseo” è sempre quella trincea indistinta dove è in atto una lotta letteralmente casa per casa tra inquilini regolari e occupanti abusivi.

Proprio in queste ore c’è stata una nuova occupazione abusiva. Sarebbe una signora straniera che, non potendo più far fronte al costo dell’affitto ha oltrepassato il fronte degli inquilini regolari ed è andata ad ingrossare le fila degli abusivi. Cosa fa lo Stato per impedire questa battaglia corpo a corpo che prosegue da anni e anni si interrompa e torni la legalità? Niente di che, al massimo appende cartelli. Ci sarebbe anche il Comune, e qualcuno da Piazza del Popolo si era pure esposto per mandare una voce di conforto. Maria Paola Briganti, vice-sindaco e assessore alla legalità del Comune aveva assicurato, alla fine dello scorso anno, l’apertura di un tavolo con il Prefetto oltre ad aver garantito che c’era “grande sensibilità” verso il problema da parte dell’ente proprietario degli immobili, ovvero il già citato Inps.

Poi ad inizi del 2018 si era scusata per la mancata apertura di questo famoso tavolo perché il nuovo Prefetto si era appena insediato, poi si era discusso nelle commissioni sul da farsi. Poi più nulla. Nemmeno un cartello da appendere, un piano, un’idea. Niente. Nella patetica battaglia tra poveri che si inscena ogni giorno al Colosseo di viale Le Corbusier lo Stato e le sue articolate e costose strutture – per ora – riesce al massimo ad appendere qualche cartello di ammonimento. Poi fa passare due anni e mezzo e non fa più nulla. E nel frattempo le occupazioni continuano. Difficile chiedere il pungo di ferro con chi cerca solo riparo per sé e per le proprie famiglie nonostante la povertà e le difficoltà. Difficile non dare ragione però ai residenti che pagano le tasse, il mutuo o l’affitto, gli oneri e chi più ne ha più ne metta per vivere in un palazzo dove in pochi avrebbero l’idea di comprare una casa. Da una parte il diritto alla casa, dall’altro quello del valore della proprietà privata. Nel mezzo ci dovrebbe essere lo Stato, appunto. E quello arriva e appende un cartello, manifesta la sua grande sensibilità e poi sparisce senza lasciare traccia per due anni, senza minimamente curarsi che gli uffici che vengono occupati sono i propri. Nuove occupazioni al Colosseo, quindi niente di nuovo al Colosseo. Anche per oggi.