“Cusani boia”: dopo la Tiberio 2, scritta minatoria contro il sindaco

“Cusani boia i bimbi non si toccano”. Nei giorni che seguono la seconda tranche dell’operazione Tiberio, una scritta ingiuriosa e infamante che sa di monito contro il primo cittadino di Sperlonga. Parole vergate a colpi di spray nella notte a cavallo tra venerdì e sabato sul muro di confine di un condominio di via Valle, seconda traversa, nell’area residenziale del borgo rivierasco. Scritte minatorie cancellate a stretto giro. Ma segno indicativo del clima, pesantissimo, che si respira dopo gli esiti dell’ultima inchiesta che ha fatto tappa a certe latitudini, con le autorità che nell’ambito di indagini su un giro di mazzette e appalti truccati hanno sequestrato la scuola “Aspri”.

Il muro ripulito dal “messaggio”

L’accusa? Sarebbe stata costruita al risparmio dalla ditta dei due imprenditori edili arrestati nell’operazione “Tiberio 2”, secondo l’ipotesi investigativa peraltro all’esito di una gara d’appalto indirizzata dietro la promessa di un compenso a un ex dirigente comunale (e provinciale). Per un immobile che dalla Procura, guidati dal pm Valerio De Luca, ritengono tirato su in parziale quanto “pericolosa difformità” rispetto al progetto approvato. Dito puntato su dei solai ritenuti troppo sottili, ma soprattutto contro le fondamenta. In particolare, il consulente degli inquirenti contesta l’utilizzo di travetti di tipo differente e lunghezza inferiore a quelli che dovevano esserci, nonché degli scavi per la posa delle basi della scuola inadeguati. “Rileva come siano state realizzate soltanto delle buche, non l’intero scavo”, recita l’ordinanza d’applicazione della misura cautelare del carcere a carico degli amministratori della ditta edile, con base a Formia. Tutto, secondo le accuse, in nome di un risparmio che, sottolinea il gip Giuseppe Cario, “può determinare pericolo per l’incolumità pubblica, per gli alunni e (per il, nrd) personale”. Insomma, la scuola appena edificata è ritenuta insicura. Per il colonnello Gabriele Vitagliano, comandante provinciale dei carabinieri di Latina, era addirittura “destinata a crollare addossi ai ragazzi”.


I carabinieri sequestrano la scuola Aspri

Fin qui i principali punti dell’inchiesta. Di sicuro, all’atto del processo sarà guerra di perizie. Intanto però c’è spazio per polemiche, allarmi, confusione. Il Comune minimizza il paventato pericolo, con l’assessore ai Lavori pubblici Stefano D’Arcangelo (e non solo) per nulla sicuro della bontà degli esiti investigativi. Gli stessi esiti di cui la minoranza consiliare, e la maggioranza dell’opinione pubblica, sono però sicuri. Discussioni e accesi testa a testa un po’ ovunque. Tanto nelle piazze reali che in quelle virtuali. Situazione esplosiva ed arricchita dalle scritte dal sapore intimidatorio contro il “Cusani boia”.

Come se il primo cittadino sperlongano si fosse armato di betoniera, livella ed elmetto antinfortunistico per edificare la scuola che si presume pericolosa, oppure avesse intascato mazzette per indirizzarne l’appalto. Il sindaco Armando Cusani è sì l’uomo più potente di Sperlonga. Ed è sì stato arrestato nella tranche d’esordio dell’inchiesta Tiberio, incentrata su reati quali turbativa d’asta e corruzione e nel frattempo sfociata in tribunale. Dati di fatto. Però Cusani nulla c’entra con le contestazioni che hanno portato al recente blitz nell’ambito della seconda parte dell’inchiesta. Un attacco vile a prescindere, quello messo in atto a caratteri cubitali nel bel mezzo della strada, ma ancor più ingiustificato scorrendo l’ordinanza d’arresto (degli altri).

In silenzio, formalmente, interessato e maggioranza, sulla vicenda si è espressa l’opposizione. “Le scritte anonime sono e restano un atto di vigliaccheria, chiunque sia il destinatario”, dicono dalla civica del capogruppo Marco Toscano. Da dove col condannare l’accaduto colgono l’occasione per rivangare un fatto simile: “Episodi di questo tipo non sono nuovi a Sperlonga, dove qualche anno fa delle scritte intimidatorie apparvero sul muro dell’abitazione di Benito Di Fazio.

All’epoca Cusani rimase in silenzio e nessuno della maggioranza al governo prese posizione. Noi non faremo lo stesso. Gesti simili non ci appartengono. Non appartengono a noi come persone e non appartengono alla nostra cultura politica. Gli insulti, le minacce e le scritte anonime vanno condannate sempre, anche quando sono rivolte a un avversario politico con il quale non condividiamo nulla.
La vicenda del sequestro della scuola ha scosso profondamente la nostra comunità.

Se le accuse mosse dalla Procura di Latina verranno confermate, saranno la prova che nel nostro paese la corruzione e il malaffare non solo esistono, ma si spingono oltre ogni limite, al punto di mettere in pericolo la vita e la sicurezza dei bambini. Su tutto questo, l’atteggiamento tenuto dal sindaco Cusani e dalla sua Giunta, impegnata nella difesa degli imprenditori arrestati e sorda alle istanze e alle preoccupazioni dei genitori, è vergognoso e inaccettabile.

Condanniamo fermamente questo gesto vigliacco – chiosano da Sperlonga Cambia – ma questo non ci impedirà di chiedere altrettanto fermamente le dimissioni del sindaco Cusani e della sua maggioranza“.