Pensioni: dal 2019 sarà ripristinato il meccanismo di rivalutazione

La Segreteria F.a.p. – Acli di Latina – informa i propri iscritti, che dal 1 gennaio 2019 sarà ripristinato il meccanismo di rivalutazione delle pensioni, precedente alla legge Fornero del 2011.

Le pensioni, quindi – al termine della scadenza del periodo transitorio, 31/12/2018 – torneranno a crescere secondo il meccanismo di rivalutazione previsto dalla Legge n.388 del 2000, sostituendo in pratica, anche gli scaglioni introdotti dal Governo Letta nel 2013.


Ricordiamo, appunto, che al momento è ancora in vigore il meccanismo di rivalutazione introdotto dalla legge 147 del 2013 che a partire dal gennaio 2014 ha ridotto sino al 31/12/2018 (proroga L.208/2015) l’indicizzazione al costo della vita alle pensioni d’ importo oltre tre volte il trattamento minimo (501.89×3) pensionistico. Quindi, per quest’anno, per le pensioni fino a tre volte il minimo è ripresa la rivalutazione piena al 100%, mentre per le pensioni da tre a quattro
volte la rivalutazione è stata del 95%, per quelle da 4 a 5 volte la percentuale è del 75%, del 50% per quelle da 5 alle 6 volte ed infine sopra le sei volte il minimo è stata solo del 45%.

Mentre, dal 1° gennaio 2019 ci sarà il pieno recupero per la parte di pensione entro tre volte il minimo (rivalutato a 507.42) per tutti, con un vantaggio rispetto a oggi, soprattutto per gli assegni più alti; nel caso di assegni che superino i 1500 euro al mese ci sarà una rivalutazione parziale sulla base di soli due ulteriori scaglioni (90% e 75%).

Vediamo nel dettaglio il meccanismo come sarà applicato ai 3 nuovi scaglioni previsti:

– per gli assegni fino a tre volte il trattamento minimo la rivalutazione si conferma al 100%;

– per quelli tra 3 e 5 volte il minimo la rivalutazione è prevista al 90%;

– per gli assegni superiori a 5 volte il minimo la rivalutazione sarà del 75% .

In ogni modo non aspettiamoci grandi cifre, considerato che il tasso d’inflazione si mantiene ancora basso; meglio potrebbe andare ai pensionati – tra cui interessati molti nostri iscritti – a cui era stata bloccata la rivalutazione negli anni 2012 – 2013 con l’eventuale decisione positiva, del recupero delle differenze considerate, da parte della Corte Costituzionale attesa per il 24 ottobre 2018. Tra questi Infatti la Corte – quel giorno – si dovrà pronunciare sulla decisione del Governo che tramite il decreto Salva Italia – ha previsto di restituire, con priorità agli assegni più bassi, solo il 12% della mancata perequazione alle fasce penalizzate dalla legge Fornero.

Abbiamo evidenziato più volte, come la categoria dei pensionati è stata quella che – maggiormente penalizzata negli ultimi anni – ha visto ridursi di oltre il 30% il potere di acquisto del proprio reddito, con pesanti ricadute sulle condizioni di vita di tutta la famiglia, in particolare per quelle monoreddito, per questo non possiamo ritenere che il solo ripristino del “ vecchio meccanismo” di perequazione possa soddisfare le aspettative della categoria e della FAP in particolare. Lo studio da noi effettuato nel 2016, sulla situazione economica finanziaria dei pensionati in provincia di Latina, ha evidenziato, come – purtroppo – nel nostro territorio le condizioni della categoria presentavano una situazione maggiormente negativa.

Per questo è fondamentale ribadire l’esigenza di rivedere totalmente il meccanismo di rivalutazione delle pensioni a partire dalla composizione del paniere che determina il coefficiente per il calcolo dell’andamento del costo della vita per adeguare periodicamente, secondo l’indice Istat Foi (indice dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati) , non solo delle pensioni, ma anche i valori monetari, quali l’affitto, l’assegno di mantenimento al coniuge separato e la rivalutazione del TFR.

Per cui si comprende come sia necessario modificare, secondo le esigenze del vasto mondo delle persone anziane e della categoria dei pensionati, l’ormai obsoleto meccanismo, sostituendolo con un nuovo dispositivo funzionale alle effettive esigenze della categoria, anche in termini di agevolazioni, detrazioni e deduzioni fiscali, che tenga soprattutto conto dei maggiori costi che le persone anziane e bisognose di cura e/o di assistenza, sono costretti a supportare per mantenere attivo un decoroso percorso di vita personale, familiare e sociale.