Formia e Decreto Salvini, anche Articolo Uno / LeU chiede un atto di disobbedienza

Il Comune di Formia

“Chiediamo al Consiglio Comunale di Formia un atto di civile disobbedienza.

Ci uniamo, senza alcuna esitazione alla proposta, che da più parti giunge in molte città italiane, di contrastare il decreto Salvini. Chiediamo con fermezza alla Sindaca Paola Villa e alla Giunta di produrre un atto politico amministrativo chiaro e in grado di arginare un processo di regressione sociale e culturale della nostra città, al quale quel decreto condurrebbe.


Maria Rita Manzo

Formia ha maturato nel tempo capacità di accoglienza e di integrazione, grazie al percorso di sensibilizzazione avviato nel tempo e al lavoro di tanti che , nel sociale cittadino, hanno messo in campo azioni tese al sostegno e all’ospitalità di stranieri, di rifugiati, di uomini e donne in difficoltà. L’attuazione del Decreto Salvini metterebbe in crisi quanto finora anche faticosamente costruito prospettando, a nostro giudizio, nella nostra città, un clima di odio e di intolleranza, inaugurando una stagione di ostilità, di possibile violazione dei diritti umani e dei diritti fondamentali costituzionali, di impoverimento e di imbarbarimento che riteniamo non si possa accettare.

Per questo, ci appelliamo alla sensibilità dell’Amministrazione Comunale, affinché sia sventata tale drammatica possibilità.

Si unisca il Comune di Formia alla rete dei Comuni e dei Sindaci che, con apprezzabile determinazione e senso civico, si sta opponendo alla deriva xenofoba che il Decreto leghista tenta di tracciare nel Paese, invocando invece, per contrasto, umanità e solidarietà e mettendo in campo azioni di approfondimento delle implicazioni e dei profili giuridici che l’applicazione della norma comporterebbe.

Si esprima in tal senso il Consiglio Comunale di Formia, al quale chiediamo un gesto, per una battaglia umanitaria e di civiltà.

Tra le forme possibili di adesione, una disposizione del Sindaco con la quale prevedere la sospensione, per gli stranieri eventualmente coinvolti, di qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona con particolare, ma non esclusivo, riferimento alle procedure di iscrizione della residenza anagrafica. Si può, inoltre, ipotizzare l’adozione di una delibera consiliare con la quale istituire l’albo per l’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo”.

Maria Rita Manzo  – Articolo Uno /LeU Formia