Mafia sì, mafia no: una questione di «palle». Tra accuse di negazionismo e difese indignate

«Il loro alto senso del dovere – hanno fatto sapere in una nota congiunta – li ha portati ad essere presenti nella riunione della Commissione regionale antimafia, convocata a Roma il 21 febbraio scorso, ma qualcuno ha frainteso (volutamente?) la loro posizione sui temi in discussione, a tal punto da considerarli ‘negazionisti del fenomeno delle infiltrazioni camorristiche e mafiose’, riscontrabile nel territorio del Sud pontino. Un’accusa, un’infamia impossibile da digerire, visti i loro trascorsi personali, professionali, amministrativi e politici».

Principali protagonisti della vicenda sono i sindaci di Castelforte, Giancarlo Cardillo, di Minturno, Gerardo Stefanelli, e di Itri, Antonio Fargiorgio. Uniti nello stigmatizzare le notizie di stampa – il riferimento preciso è a quella online – che li avrebbero qualificati come «insensibili, quasi noncuranti del fenomeno, negazionisti. Tutto parte, con ogni probabilità, da una rappresentazione distorta dei fatti o dalla mancata presenza in Commissione di chi ha poi ritenuto di dover rendicontare i propri lettori con una versione distante dall’accaduto».


A PAGINA 7 – IL SINDACO DI ITRI: «MIE PAROLE FRAINTESE»

A PAGINA 8 – IL SINDACO DI CASTELFORTE: «AMAREGGIATO»

A PAGINA 9 – IL SINDACO DI MINTURNO: «CONSAPEVOLI DELL’ESISTENZA DI INFLUENZE»

A PAGINA 10 – IL SINDACO DI FONDI: «QUADRO MOLTO CHIARO, C’E’ SOLO BISOGNO DI AGIRE»