Mafia sì, mafia no: una questione di «palle». Tra accuse di negazionismo e difese indignate

Particolarmente critico il sindaco di Itri: «Spiace che siano state fraintese, mi auguro non volutamente, le parole che ho proferito nel corso dell’audizione», le parole di Fargiorgio.

Antonio Fargiorgio

«Ho semplicemente detto che, dai dati di cui sono messo costantemente al corrente dal locale Comando carabinieri, non emergono fenomeni di infiltrazione riguardanti le attività economiche; ho aggiunto che Itri non è stata, al momento, teatro di reati tipici della delittuosità legata alla criminalità organizzata, ma piuttosto vittima, secondo un certo ciclico ripetersi, di reati predatori. Ho segnalato, tuttavia, il fenomeno delle ‘seconde case’ che, specie nella campagna circostante l’abitato, possono aver dato sistemazione ad alcuni personaggi non proprio ‘ortodossi’. Quando ho volto lo sguardo al comprensorio ho sottolineato come le infiltrazioni abbiano avuto modo di veicolarsi nel territorio del Sud pontino, anche grazie al fenomeno delle aste e delle vendite giudiziarie, con flussi di denaro apparentemente leciti, che hanno consentito di invadere e conquistare il nostro territorio. Ho sottolineato, quindi, la necessità di avere un valido presidio giudiziario, altrimenti la lotta al fenomeno delle infiltrazioni non avrebbe senso. Aumento delle forze dell’ordine ma anche sostegno ad un nuovo presidio giudiziario. La richiesta di aiuto economico per l’Ufficio del Giudice di Pace di Gaeta si pone in questa direzione, posto che dal 2021 esso avrà anche competenze in materia di esecuzione mobiliare, dove forti potrebbero essere le criticità in danno degli utenti/debitori».


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