Ombre dopo l’arresto: “Picchiata dalla polizia”. Si muovono Questura e Procura – VIDEO

A margine di un movimentato intervento volto a sedare una lite tra donne in pieno centro, un presunto abuso di potere da parte della polizia di Formia. È stato denunciato pubblicamente da una 30enne del posto, la stessa che nell’ambito della venuta in questione delle divise era finita in manette con le accuse di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Un arresto in seguito convalidato dal pubblico ministero Maria Carmen Fusco – ne è seguita la remissione in libertà con obbligo di firma; il relativo processo è stato aggiornato a luglio -, ma che secondo la ragazza sarebbe tanto ingiustificato, quanto frutto di un vero e proprio atto di sopraffazione da parte di uno degli operanti. A corroborare la denuncia della 30enne, assistita dall’avvocato Anna Marciano del Foro di Cassino, un video postato sulla sua pagina Facebook e poi ripreso nella giornata di mercoledì dalla trasmissione Rai Chi l’ha visto?.


Dalla provincia pontina, il caso ha avuto un’eco nazionale. Immancabili i dubbi, i veleni, le polemiche. E, quindi, un polverone riverberato in particolare dal fronte dei social, come sempre diviso. Chi a parteggiare senza dubbio alcuno per gli agenti, chi per la 30enne che sostiene di aver subìto una colossale ingiustizia alla luce del sole. Per quanto riguarda ciò che è davvero importante, il mondo reale, la parola spetta ora all’autorità giudiziaria: mentre la Questura di Latina ha avviato un’indagine interna, la Procura di Cassino si è mossa aprendo un fascicolo. Occhi al momento puntati sul video andato in onda, e non solo. Ce ne sono almeno altri due, che h24notizie rende visibili in esclusiva. Fermo restando un dettaglio non marginale: ad essere immortalate sono solo alcune fasi dell’arresto. All’appello, mancano in particolare quelle iniziali.

Ma veniamo, nei limiti del possibile, ai fatti. La vicenda nasce da una banale discussione di coppia. La 30enne M.F., già nota alle forze dell’ordine per diversi reati, e la compagna, una 21enne di Gaeta, hanno un alterco. Si trovano in strada a Formia, nel tratto che da piazza Santa Teresa porta a via Vitruvio. È la tarda mattinata dello scorso 27 aprile. L’alterco ad un certo punto sarebbe deflagrato, tanto da spingere qualcuno dei casuali spettatori a richiedere l’intervento urgente della polizia. Al centralino del 113 viene segnalata una «lite violenta in corso tra due donne». All’arrivo della volante, con a bordo anche un’agente, momenti concitati. E, scattate le manette a scopo contenitivo, una ferma opposizione da parte della 30enne ad andare in Commissariato. Di seguito, la ricostruzione offerta dalla Questura all’indomani dell’arresto: «L’intervento del personale e l’invito alla calma non faceva desistere le due dal loro comportamento litigioso», recita una nota stampa. «Alla richiesta di documenti per la loro identificazione rifiutavano di esibirli tentando anche di fuggire e aggredivano verbalmente e fisicamente entrambi gli agenti che erano costretti a ricorrere alle cure mediche presso il locale nosocomio ove venivano riscontrate lesioni poi giudicate guaribili con un referto di 6 giorni».

Ben diversa la versione della donna, pure lei refertata al pronto soccorso dell’ospedale Dono Svizzero, da dove è uscita con una prognosi di qualche giorno superiore agli agenti. «Questi due agenti sono stati chiamati per ‘sedare’ una lite tra me e la mia ragazza che, al momento del loro arrivo, era già finita», ha sostenuto su Facebook. «Dopo avermi chiesto i documenti con aria molto minacciosa, l’agente ha iniziato a minacciarmi di farmela pagare per chissà cosa. A quel punto io gli ho consegnato i miei documenti e gli ho chiesto gentilmente di finirla di trattarmi in quel modo. Lui non solo non ha smesso ma mi ha provato a trascinare via dicendomi ‘Ora ti faccio vedere io!’. Io a quel punto impaurita ho gridato aiuto e lui ha iniziato a picchiarmi. Ha provato a trascinarmi in macchina dicendo che mi avrebbe macinato. A quel punto la mia ragazza ed altre persone hanno iniziato a riprendere il tutto. Fortunatamente c’erano decine di testimoni».

In coda, una sottolineatura che apre un capitolo a parte: «Vorrei fare una precisazione, non sono uno stinco di santo ed in passato ho fatto qualche marachella». Nel suo curriculum giudiziario figurano resistenza e violenza a pubblico ufficiale, lesioni, furto aggravato, violazione della normativa sugli stupefacenti e violazione della normativa sulle armi. Anni fa, ad esempio, fu arrestata dalla PoLfer e durante la direttissima svoltasi a Gaeta diede in escandescenze con l’intenzione di aggredire il Pm, venendo comunque subito bloccata. Nel 2015, a Marino, la 30enne fu protagonista di una situazione per certi versi analoga a quella al centro del caso odierno: dopo una discussione con un’altra donna venne arrestata per resistenza a pubblico ufficiale; sempre poliziotti, sembra anche minacciati di morte. Per lo stesso reato era poi stata arrestata a Formia nel 2016.

Sequela incompleta, ma che ad ogni modo – vien da sé – non giustificherebbe in alcuna maniera effettivi abusi. Non servisse il semplice buonsenso, lo ha rimarcato la stessa donna: «Si parla di passato. Ho pagato le mie colpe». Aggiungendo: «Nessuno ha il diritto di trattare in questa maniera un essere umano. Non mi fermerò fin quando a questo ‘poliziotto’ non sarà tolta la divisa di dosso, dato che non è degno di portarla». In un secondo messaggio, in relazione al video principale ha infine sostenuto: «Vi assicuro che le percosse sono iniziate molto prima che fosse girato».

Una veemente denuncia a mezzo social a cui, qualora non si procedesse d’ufficio, a breve seguirà una denuncia messa nero su bianco. Per il resto, a parziale testimonianza dell’accaduto – quale che sia stato nel complesso – restano le immagini. Da quelle riprese smartphone alla mano dalla compagna della 30enne, a quelle immortalate da alcuni passanti. Ed è proprio dopo che uno di questi video è finito in tv che la Questura di Latina ha diffuso una nuova nota, dando una doppia notizia: «Video trasmessi subito alla Procura e avviati accertamenti disciplinari».

In attesa di eventuali sviluppi, sulla vicenda nel frattempo non è mancata una levata di scudi da parte del sindacato di polizia Consap: «Il video, peraltro incompleto, testimonia da una parte della difficoltà operativa nel riportare in senno alcuni esagitati e dall’altra che il collega ha operato nel pieno rispetto dei protocolli operativi al cospetto di una situazione che nessun manuale dipartimentale può decodificare», ha affermato Cesario Bortone, segretario nazionale vicario, facendo specifico riferimento alle immagini trasmessa da Chi l’ha visto?. «L’auspicio è che al danno non debba seguire la beffa per il collega. Sarebbe un paradosso se, dopo questa ‘gogna mediatica’, dovesse vedersi penalizzato anche dall’Amministrazione».