Partire, sfidare, crescere: “Intercultura” al Filosi per un mondo senza barriere

Partenza, sfida, crescita. “Queste tre parole raccontano Intercultura”, spiegano dall’istituto Filosi di Terracina. Il 25 ottobre i ragazzi delle terze classi hanno ascoltato la testimonianza – entusiasta e pacata, puntuale e gioiosa – di Fiorella Salvagedo, volontaria dell’associazione, che sottolinea l’importanza della cultura per costruire la pace.

“Sì, la pace, non quella urlata e proclamata, non quella che non vede le differenze, ma quella che le include e le rende ricchezza da comprendere e vivere”, sottolineano dalla scuola. “Intercultura significa impegnarsi per studiare, mettersi in gioco per lasciare qualcosa di sé ed acquistare molto dell’altro. Significa includere quello che si credeva straniero e che invece dona nuovo senso alla parola ‘appartenenza’. Se conosci, impari ad apprezzare le diversità e non entri in sterili conflitti. Studiare all’estero, dopo una seria selezione, essere ospiti di famiglie che aprono le loro porte e cimentarsi con ostacoli non consueti dà nuovo vigore all’originaria missione di Intercultura. Durante le guerre mondiali speciali volontari, gli ambulanzieri dell’American Field Service, soccorsero feriti di ogni nazionalità. Nel 1946, diedero poi vita agli scambi scolastici internazionali tra studenti e famiglie, per promuovere una nuova idea di Pace”.


Il Filosi nel corso degli anni, grazie all’opportunità data agli studenti e ai docenti dalla dirigente Annamaria Masci, ha intrapreso e sostenuto questo progetto di formazione. “È stato emozionante quando, nel buio della sala, le voci ed i volti di Alessia Brassanini e di Rita Murianni, due studentesse dell’istituto che hanno studiato rispettivamente in Finlandia ed in Sudafrica, in video, hanno ricordato ai ragazzi presenti l’unicità e l’autenticità della loro esperienza”. Le docenti Iris Juneia Iannace e Maria Rosaria Pesce hanno con professionalità ed entusiasmo coordinato e promosso l’evento.

La volontaria dell’associazione ha ricordato che sono quattro i protagonisti di un programma di Intercultura: gli sponsor, che con le loro donazioni rendono democratico il progetto; gli studenti con il loro desiderio di cimentarsi; le famiglie, che sono sostegno e fonte di conoscenza e si mettono in gioco; le scuole, che accolgono, diffondono informazione e cultura dell’accoglienza, e forniscono opportunità. Vi sono poi, essenziali, i volontari.

“Le iscrizioni sono aperte a tutti, ma sono severe. Rigorosa è la formazione pre e post esperienza. Intercultura dimostra che si può essere davvero cittadini del mondo e i giovani che si incontrano sanno potentemente abbattere ogni barriera”.