Sicurezza sul lavoro e carte false, caso Valle Corsari: cinque avvisi di garanzia

Mercoledì 4 dicembre, su disposizione della Procura di Latina, gli agenti del Commissariato di Gaeta, unitamente ai colleghi della Squadra Mobile di Latina e agli agenti del Commissariato di Terracina, hanno eseguito cinque decreti di perquisizione notificando altrettanti avvisi di garanzia a carico di cinque soggetti. Si tratta del 70enne C.D., rappresentante legale della sperlongana ‘Valle Corsari’, del 68enne M.S., medico del lavoro di Terracina, del 64enne D.A., responsabile di laboratorio analisi, del 69enne F.G., ingegnere di Terracina, e del 41enne P.C., ingegnere di Latina e docente di formazione professionale. Tutti incappati in una serie di accertamenti riguardanti la (mancata) sicurezza sul lavoro. 

“Le principali ipotesi di reato vanno dal falso in atto pubblico alla falsità ideologica commessa da esercente in un servizio di pubblica necessità”, dicono dalla Questura pontina. “Quanto contestato agli indagati è stato originato da precedente, diversa attività d’indagine tesa ad accertare il rispetto della normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, segnatamente presso una nota struttura turistico-ricreativa di Sperlonga”. Valle Corsari, appunto.


Agli inizi del mese di agosto, in seguito a dei controlli congiunti di Asl e Polizia di Stato, il titolare della struttura turistica oggetto di accertamenti – giustificando di non avere la momentanea disponibilità in azienda dei documenti richiesti – si era riservato di produrre i certificati per l’idoneità al lavoro e le attestazioni per la formazione professionale in favore dei suoi circa 50 dipendenti, così come prescritto dal D.Lgs 81/2008, spiegano ancora dalla Questura. “Dopo circa un mese, il datore di lavoro presentava, quindi, la documentazione in questione presso i competenti uffici della Asl di Fondi. Avendo ottemperato alle prescrizioni impartite ed essendo apparentemente tutto in regola, il procedimento sanzionatorio veniva archiviato”.

Gli agenti del Commissariato di Gaeta – già impegnati da tempo per le indagini sulla struttura in questione, nei mesi scorsi toccata dai sigilli per questioni prima di sicurezza e poi urbanistiche – hanno però voluto approfondire la genuinità della documentazione depositata alla Asl, acquisendone copia direttamente presso l’ente. “Gli esiti degli opportuni riscontri venivano, dunque, trasmessi all’autorità giudiziaria titolare delle indagini. L’ipotesi investigativa era che l’imprenditore avesse predisposto artatamente tutta la documentazione richiesta dalla Asl, al fine di evitare denunce e rilevanti sanzioni amministrative tentando, così, di eludere i controlli delle autorità preposte alla sicurezza dei lavoratori coinvolti”.

Grazie alle conseguenti perquisizioni disposte dal sostituto procuratore della Repubblica titolare del fascicolo, il dottor Giuseppe Miliano, è stato possibile rinvenire e sequestrare i certificati medici in questione. “Così da constatare che le visite mediche effettuate solo dopo il controllo di agosto risultavano falsamente avvenute in date antecedenti”, certificano gli operanti. Ventotto in totale, i certificati falsi contestati.

“Nella circostanza veniva sequestrata anche documentazione relativa ai corsi di formazione per la sicurezza sui luoghi di lavoro, in realtà, mai tenuti in quell’azienda, quindi da ritenersi completamente falsa”, evidenziano dalla Questura. “Proseguono le attività d’indagine finalizzate all’accertamento di eventuali ulteriori responsabilità”.