“Acqua torbida: responsabilità di Acqualatina, sindaci e Asl”. L’intervento di Confconsumatori e pendolari

Malumori e segnalazioni anche via social, per i disservizi

“In poco meno di un decennio Acqualatina ha cambiato idea sulla torbidità che affligge i comuni del sud pontino e che si approvvigionano alle sorgenti di Mazzoccolo e Capodacqua. Da fenomeno da contrastare in forza di importanti studi scientifici che dimostravano la possibilità di risolverlo, ad oggi definito come fenomeno naturale da sempre presente ed impossibile da risolvere tanto da prevedere addirittura la più drastica delle soluzioni, ovvero la chiusura delle sorgenti in favore di soluzioni alternative come i nuovi pozzi dell’Acerbara, la sorgente fonte del Duca di Castelforte e il collegamento con l’acquedotto di Cellole per intercettare le acque del Gari. Eppure non molto tempo fa, ovvero nel 2010, Acqualatina dichiarava di aver finalmente risolto il problema della torbidità grazie ad importanti collaborazioni scientifiche”. Lo scrivono in un nota stampa congiunta Franco Conte e Francesco Valerio, rispettivamente rappresentanti della Confconsumatori Latina e dell’Associazione Pendolari Stazione Minturno Scauri. 


“Si dichiarava infatti che dai rubinetti delle case del sud pontino non sarebbe più uscita acqua torbida, avendo annunciato una serie di interventi tecnologici per la eliminazione del problema. All’indomani del 21 dicembre 2010 si comunicava un importante intervento teso a realizzare, con l’intervento dei ricercatori dell’università Roma Tre, un sistema che permetteva di escludere in modo selettivo i punti di prelievo dell’acqua in base al grado di torbidità.

Oggi invece evidentemente non essendo andato a buon fine questo importante intervento tecnico che il gestore nel 2010 poneva in esecuzione, si è optato per il meno complicato intervento tecnico sempre di tipo selettivo, ovvero la chiusura delle sorgenti Mazzoccolo e Capodacqua nei periodi di intensa torbidità con l’utilizzo di approvvigionamenti alternativi.

Per arrivare alla sbandierata soluzione del problema nel 2010 il Gestore si avvaleva di uno studio iniziato addirittura nel 2004 con le indagini geologiche e geofisiche sulle sorgenti condotte appunto in collaborazione con i ricercatori della Università Roma Tre, con un investimento che all’epoca già superava i 2 milioni di euro, soldi che a questo punto forse non sono stati ben spesi perché dopo circa dieci anni ci ritroviamo con il problema peggiorato e con la scelta del gestore di porre in essere una ulteriore e più avanzata, tecnologicamente parlando, soluzione ovvero la chiusura delle sorgenti Mazzoccolo e Capodacqua.

Riteniamo invece che la avanzata soluzione tecnica proposta oggi, trovi la sua ragion d’essere nel fatto che le sorgenti Mazzoccolo e Capodacqua, come sempre affermato sono state emunte oltre il possibile (segno questo di imperizia tecnica che almeno i Sindaci del sud pontino nel corso di questi anni avrebbero dovuto contestare) e seriamente danneggiate grazie anche all’ottanta per cento delle perdite di rete, a cui il gestore dichiara da anni una lotta incontrastata con milioni di euro degli utenti pagati in bolletta, a suon di aumenti deliberati dai Sindaci, e o caricati sulla fiscalità generale, sempre con l’avallo dei Sindaci che non hanno mai fatto mancare il loro voto in conferenza dei sindaci.

Inoltre le altre fonti che l’amministratore delegato di Acqualatina vuole farci passare come l’unica soluzione possibile alla torbidità, se utilizzabili, non sono sufficienti nemmeno senza perdite figuriamoci con le perdite.

E allora, come in un film già visto, dirà qualcuno per conto di Acqualatina: facciamo i dissalatori!

Non ci stancheremo mai di evidenziare che le responsabilità sono a vari livelli, i sindaci del sud pontino che si sono succeduti negli anni di amministrazione hanno tutti omesso di controllare l’operato del gestore (non da ultimo i soldi spesi per la torbidità che si dichiarava risolta). Era un loro dovere e diritto farlo ed hanno invece acconsentito a che il territorio venisse depauperato della immensa ed importante risorsa idrica che possedeva.

Nel corso degli anni e soprattutto oggi la ASL che ha omesso di svolgere la sua funzione di controllo sulla qualità dell’acqua ed oggi si limita a chiedere una relazione dettagliata sulle cause della torbidità omettendo di controllare essa stessa la qualità dell’acqua a danno degli utenti del servizio.

È necessario quindi che la politica di tutti gli schieramenti prenda posizione abbandonando gli interessi particolaristici e personali da cui è stata mossa.

Non è qui il caso di ricordare le diverse amministrazioni e i diversi colori politici dei comuni del sud pontino, che si sono susseguiti nel corso degli anni dalla presa in gestione di Acqualatina ad oggi. C’è stato chi ha direttamente partecipato al processo di affidamento, chi se ne è avvalso a proprio beneficio negli anni successivi e chi ha omesso di controllare, allora come oggi, quando ne aveva il dovere.

Noi proponiamo a chi oggi ha la possibilità di controllare:

a) Richiesta di apertura di indagine sul danno ambientale delle sorgenti;

b) Indagine sulle spese fatte e non preventivate sulle perdite di rete;

c) Indagine sul bilancio idrico dell’intero sistema ivi inclusa la depurazione;

d) Predisporre un progetto per la potabizzazione delle acque del Garigliano come fatto per l’Arno ma non consentire mai impianti di dissalazione, che come denunciato per l’impianto di Gaeta del 2017 prelevavano acqua del porto e quindi inquinata”.