Rete idrica fai-da-te (abusiva), le sferzate del consigliere pentastellato: “Il sindaco ha cambiato posizione. Meglio tardi che mai”

“Colgo con piacere e soddisfazione le dichiarazioni rese in consiglio comunale (il 30 dicembre, ndr) dal sindaco di Itri, avvocato Antonio Fargiorgio, che ha cambiato radicalmente posizione, dopo anni di lotta e di denunce da parte mia e delle associazioni dei cittadini e dei loro legali, avvocati Angela De Rosa e Colaguori Maria Letizia, circa la questio delle derivazioni abusive di acqua pubblica da parte di 5 privati sul territorio di Itri, dando ragione alle proteste dei cittadini, e mie, su tutta la linea. Se si fosse agito due anni fa in questa direzione avremmo risparmiato due anni di minacce velate, di contratti illegali, di riunioni inutili e dichiarazioni molto discutibili del vicesindaco Andrea Di Biase, di proposte associative illegittime, di disagi per la popolazione e di lotte giuridiche su di una situazione illegale, unica in Italia, a cui, la legge, già dall’origine del problema, aveva indicato una unica soluzione realizzabile, cioè l’esproprio per pubblica utilità e il passaggio delle reti abusive al gestore unico pubblico”.

Questo, alla luce dell’ultima assise, il commento del consigliere di minoranza del Movimento 5 Stelle di Itri Osvaldo Agresti in merito al ‘caso acqua’, emerso dopo un controllo dei carabinieri forestali e la conseguente diffida della Provincia, a marzo 2018, dall’uso di reti idriche abusive e dal protrarsi di una vendita da parte di privati di un bene pubblico, l’acqua appunto.


Osvaldo Agresti

Il consigliere grillino parla di “un passo epocale per il Comune di Itri” e di cui rivendica chiaramente la paternità, insieme ai legali del comitato cittadino che ha denunciato presso le procure ed il Prefetto la situazione illegale. “Avendo, sin dall’inizio, combattuto perché si arrivasse ad una soluzione pubblica di erogazione della risorsa idrica e del ritorno alla legalità in un settore che, per quasi quarant’anni, anche con l’avallo degli stessi uffici comunali, aveva continuato, nel silenzio generale, ad ingrandirsi enormemente sino ad essere degno concorrente del gestore del servizio idrico pubblico con reti abusive che, per singolo pozzo raggiunge anche i 30-40 chilometri di estensione”, sottolinea Agresti. 

La querelle, iniziata ad agosto del 2017, si è protratta anche troppo ricorda il consigliere, “colpendo circa 4000 persone che sono allacciate, su una popolazione di 11000 abitanti, a reti abusive di proprietà di privati che, a pagamento, gestiscono la risorsa pubblica con giri monetari (quelli tracciabili) molto evidenti, con aumenti non giustificati sulla pelle dei cittadini costretti, dalla necessità, ad assecondare le assurde richieste avanzate con metodi che, troppo spesso, sono apparsi molto al di sopra della legge e dei diritti dei cittadini stessi”.

“Meglio tardi che mai!”, incalza Agresti. “Apprezziamo le parole, anche se molto tardive, del sindaco avvocato Antonio Fargiorgio circa la direzione intrapresa per la pubblicizzazione delle reti idriche, strada obbligata dopo le azioni stringenti e decise di chi ci ha messo la faccia dal primo momento, dopo interrogazioni regionali ad opera della consigliera Pernarella del M5S, degli interventi del deputato Raffaele Trano e della senatrice Ilaria Fontana per ricondurre sulla giusta direttrice l’amministrazione comunale di Itri, ora lavoriamo perché si compia il percorso e non molleremo di un passo perché si realizzi il sogno di portare l’acqua pubblica e certificata potabile a tutti i cittadini itrani e che si spezzi il giogo di sudditanza, per necessità, degli itrani da interessi privati”.