Il ritorno di Zaccheo, tra folklore e analisi sbagliate

Cosa farà Zaccheo? E come stanno reagendo le altre forze politiche al suo possibile ritorno? Prima di tutto, bisogna sapere che, per il vecchio leone, ogni apparentamento con il passato sarebbe quanto mai dannoso, questo lo sa lui per primo. Per cui, a poco valgono gli abbracci di Fratelli d’Italia e i sorrisi di circostanza di salviniani assortiti. Fratelli d’Italia, infatti, quando apre la porta al progetto di Zac, in realtà non sta parlando con l’ex sindaco, ma con gli altri “amici/nemici” dei gruppi di centrodestra, e gli dice: “Guardate che se non troviamo un accordo io sono capace di fare alleanze anche con chi non ci vuole”.

Ma anche questa accettazione di Zac nel panorama politico locale è formalizzata con quel termine che in politica è praticamente una dichiarazione di ostilità. Quando in politica i tuoi alleati ti definiscono una “risorsa”, sai che non ti vogliono tra loro, ma non possono dirlo. E infatti il concetto è uguale per tutti: “Zaccheo è una grande risorsa per il centrodestra”.


Il Partito democratico, dal canto suo, prosegue con la sua strategia preferita; quella del gatto morto. Si sdraiano per la strada, ignari del pericolo e fingono di fare parte dello sfondo come un gatto morto in tangenziale sperando di potersi sollevare al momento giusto e continuare a marciare.

Meno immobile, ma forse più dannosa, è la posizione di Latina Bene Comune, che in sostanza ha deciso di rispondere per le rime a Zac con un comunicato carico di astio. Ma sotto sotto, nelle segreterie del sindaco, gli uomini d’arme di Latina Bene Comune sono contenti che Zac sia in campo, perché probabilmente, per loro è solo un altro elemento divisivo del centrodestra. “Zac gioca? Meglio, spaccherà la destra”. La visione di tutti sembra più o meno chiara, ma Zaccheo, lo sa bene chi lo conosce, se giocherà, non lo farà nel recinto della politica ordinaria.

La sua sarà una civica strutturata, tentacolare altrimenti non si muoverà. Magari si chiamerà “Latina nel Cuore”, suo antico slogan. Ma di certo, su una cosa può contare, l’effetto sottovalutazione. Non perché lui si sia mosso con particolare astuzia, ma perché Latina comunque, alle elezioni, presenta una pluralità di figure tali che al ballottaggio, ci può veramente arrivare quasi chiunque. L’errore più grave forse lo sta facendo proprio Latina Bene Comune, confinando il suo ritorno a mero folklore, pensando che basterà fare una serie di slide con gli errori del passato per rinchiuderlo in una nicchia ristretta. Al momento, nessuno sa quanto consenso abbia Zaccheo, a livello potenziale, forse non ne ha nessuno. Ma una cosa è chiara, Latina Bene Comune non sembra capire con chi ha a che fare.

Se un giorno Coletta incontrerà Zaccheo alle elezioni dovrà rendersi conto (salvo scoprirlo troppo tardi) che non è un avversario che sale sulla pedana della scherma. Ma è un pugile che non si ferma finché non suona la campana o non ti ha rotto tutte le ossa. Non importa se sia veramente forte o meno, importa che se ne avrà l’occasione ti stenderà con brutalità, senza pensarci un attimo.

Anche se Coletta fosse un campione del ring (e non lo è), dovrebbe stare attento ad abbassare la guardia con un avversario simile. E come lui, dovrebbero stare attenti anche coloro che pensano che un simile ritorno sia solo il sogno di un politico decaduto dal trono del potere. Se c’è qualcosa che la gente adora più di vedere un potente che cade è di vederlo mentre si rialza, con la polvere del “popolo” che gli colora la giacca, verso lo scontro con i nuovi potenti del suo tempo.