Isole ecologiche a Priverno, il Comune: “Gravi responsabilità dell’amministrazione Macci”

Il Comune di Priverno

“In merito alla notizia del provvedimento del 7 febbraio con cui la Corte dei Conti ha archiviato il procedimento avviato in relazione all’installazione delle isole ecologiche, comparsa nei giorni scorsi sulla stampa locale, e alle prime reazioni di alcuni di coloro che hanno beneficiato dell’archiviazione, tra cui l’ex sindaco Umberto Macci, sono necessarie alcune precisazioni”.

A darne notizia è l’ufficio stampa del Comune di Priverno.


“Siamo abituati, per cultura e formazione, a rispettare i provvedimenti giudiziali, ma quello emesso dalla Corte su questa questione non è un proscioglimento nel merito e soprattutto lascia inalterate le gravi responsabilità politiche di chi ha operato scelte sciagurate che hanno procurato a questa Comunità i danni che ancora sono sotto gli occhi di tutti.

Il fatto che non siano state accertate delle responsabilità contabili a carico di coloro che erano coinvolti nel procedimento, infatti, non può cancellare, con un colpo di spugna, il severo giudizio politico che abbiamo da sempre espresso sull’intera vicenda. In tal senso le responsabilità sono inequivocabili.

Ritenevamo e continuiamo a ritenere – come la maggioranza dei cittadini di Priverno, che anche per questa ragione ci ha dato fiducia – che l’installazione delle isole ecologiche a scomparsa sia stato un errore clamoroso: per i costi economici esorbitanti dell’intera operazione (3 milioni e mezzo di euro complessivi), per la assenza di funzionalità dei punti ecologici interrati, che non hanno mai realmente funzionato, e per il fatto che quel sistema non ha mai consentito di raggiungere le percentuali di differenziata imposte dalla legge, né di garantire la pulizia e il decoro della città, distruggendo inoltre alcune delle più belle piazzette del nostro centro storico.

Il fatto che le isole (oltre che acquistate con un affidamento diretto) fossero difettose sin dal momento dell’installazione è stato ben evidenziato da una serie di relazioni tecniche (tra cui quella dell’Ing. Pierpaolo Spaziani Testa) secondo cui “le prove di funzionamento effettuate … hanno evidenziato il malfunzionamento” delle isole ecologiche “sin dalla loro installazione”; ed il malfunzionamento “non deriva certamente da carenze manutentive o da  carenze costruttive che si sono appalesate successivamente al collaudo dell’opera” ma è causato da un problema originario del sistema che può essere risolto solo con “la rimozione totale del dispositivo esistente e successivo inserimento all’interno della vasca … di una isola ecologica a scomparsa totalmente nuova”.

Sarebbe bastato allora passare alla raccolta porta a porta, come andavano facendo tutti i comuni, compresi quelli vicini a noi, senza spendere un centesimo, senza sventrare le piazze e gli angoli più belli del centro storico, raggiungendo da subito alte percentuali di differenziata.

E nemmeno, si continui ad attribuirci la responsabilità di non averle usate, manutenute, riparate… perché le cc.dd. isole ecologiche sono state collaudate nel 2009 dall’Amministrazione Macci e la stessa Amministrazione non le ha utilizzate fino al 2011. Quando l’Amministrazione Delogu le ha ereditate, nel 2013, erano tutte malfunzionanti o fuori uso e perfino pericolose per l’incolumità degli operatori; i mezzi per lo svuotamento non passavano dai vicoli, le percentuali di raccolta differenziata erano bloccate al 10-12% e la città era costellata da cassonetti di ogni tipo, straripanti di rifiuti, affiancati alle incapienti e malconce isole ecologiche.

Cosa avrebbe dovuto fare un amministratore giudizioso? Non certo spendere, oltre a quanto era stato già fatto, altri soldi pubblici e se ad una prima verifica sembrava fossero sufficienti cinque mila euro per rimettere in funzione ognuno dei punti interrati, più le spese di progettazione e collaudo, a seguito di un’ulteriore e più approfondita perizia si è visto che in realtà per far funzionare adeguatamente le 38 isole presenti sul territorio, sarebbero occorsi oltre due milioni e settantaquattromila euro (comprensivi di costo, spese tecniche, acquisto, monitoraggio)!

Una somma spropositata, superiore a quella già spesa per la loro realizzazione, che forse avrebbe garantito il funzionamento tecnico degli impianti, ma sicuramente non l’obiettivo di raggiungere le percentuali di differenziata previste dalle norme visto che il metodo della raccolta restava esattamente lo stesso di prima, quello del conferimento stradale. Con l’avvio del servizio di raccolta dei rifiuti porta a porta, abbiamo dimostrato come questo modello sia più efficiente e più efficace poiché ha consentito di raggiungere percentuali di raccolta differenziata sino a ieri insperate ed ha garantito una pulizia ed un decoro della città, mai visti prima, senza aggiungere un euro alla bolletta degli utenti e ulteriori costi per il Comune.

Infine, tanto per sottolineare che noi non consideriamo nemici gli avversari e che abbiamo continuato a valorizzare tutto quello che di positivo abbiamo ereditato dall’Amministrazione Macci, purtroppo non molto, ricordiamo che la chiusura delle isole ecologiche all’epoca fu una vera e propria necessità perché il loro malfunzionamento, accertato in sede tecnica, aveva anche causato, in più occasioni, il crollo del piano durante le operazioni di svuotamento dei punti interrati, mettendo in serio pericolo la salute e la sicurezza degli operatori ecologici.

Pertanto, a differenza di quel che sostiene l’ex Sindaco Macci, sulla vicenda non va posta alcuna “pietra tombale” perché l’errore politico e strategico è e resta molto grave. Tanto che i cittadini di Priverno ne stanno pagando, e ne pagheranno ancora, le conseguenze visto che il costo di quelle inutili isole ecologiche continua ad essere pagato ogni anno, per 30 anni, sulle bollette della spazzatura, le quali, senza quell’errore, avrebbero potuto essere e potrebbero essere meno care”.