Buoni spesa, paradossi sulle assegnazioni: interviene Marciano

Il consigliere di minoranza ed ex assessore Claudio Marciano

Non si ferma la polemica su come il Comune di Formia abbia deciso di gestite i buoni spesa in emergenza Coronavirus. Interviene nuovamente il Partito Democratico questa volta attraverso il consigliere Claudio Marciano.

“Il bando per l’accesso ai buoni spesa del Comune di Formia – fa sapere l’esponente di minoranza – è pieno di ambiguità e tortuosità. Andrebbe rivisto interamente. Nel merito:


  1. Può avere accesso ai buoni solo chi dichiara di guadagnare meno di 400 euro al mese, senza alcuna distinzione per la numerosità del nucleo familiare. Se quindi una famiglia ne guadagna 450 ma ha due figli non può avere accesso;
  2. Il limite dei 400 euro di reddito oltre il quale non si ha più diritto al sostegno è inferiore alla soglia minima di povertà assoluta stabilita dall’Istat, per l’Italia, in circa 550 euro al mese per componente del nucleo familiare;
  3. La modalità di assegnazione è lenta e farraginosa. Addirittura, per chi non ha internet, è prevista la consegna a mano della richiesta presso gli uffici dei servizi sociali, in barba al motto #stateacasa. Per la consegna dei buoni si deve attendere una graduatoria e non è chiara la modalità di erogazione;
  4. Il Comune si riserva la facoltà di mettere il naso nella busta della spesa della gente, andando a verificare cosa ha acquistato e perché. Il modulo prevede esplicitamente una liberatoria in questo senso. Ci chiediamo quale commissione di esperti dovrà valutare quali alimenti sono ammessi e quali no. In nessun altro bando che abbiamo consultato in Italia è presente questa clausola da distopia collodiana;
  5. La ripartizione dei fondi per nucleo famigliare è ambigua, scritta con i piedi (la regola io l’ho capita alla sesta – settima lettura) ed iniqua. Si riconosce 5 euro al giorno per componente adulta, 7 per minori, ma si blocca il tetto massimo erogabile a 400 euro. Questo vuol dire che un nucleo di 2 persone riceve 300 euro, mentre uno di 6 ne riceve al massimo 400.
    Il bando è pieno di altre lacune e ambiguità. Nessuna forza consiliare è stata coinvolta nella condivisione di requisiti e modalità di accesso del bando. Eppure le risorse sono consistenti (tra Governo e Regione circa 450mila euro) e l’argomento è di urgenza politica unica.
    I criteri del bando vanno immediatamente rivisti nella capigruppo consiliare, e l’accesso al contributo ampliato a tutte le persone che dichiarano di essere in condizione di bisogno e non hanno risorse per sostentarsi. Punto e basta”.