Coronavirus a Latina e provincia: dati costanti? No. In miglioramento

Tra numeri, dati e metafore, Ermete Labbadia, laureato da anni in economia e commercio ma appassionato e con una tesi in statistica, ci accompagna nella lettura dei dati del contagio dell’emergenza Covid-19

Una sera una cinquantina di bambini giocano a nascondino nel quartiere (Q) della loro città. Mentre gli altri si nascondono Vittoria inizia a contare. Ci sono 10 bambini che hanno la torcia (T), altri 10 che muovendosi fanno rumore (R), altri 10 che sono pressappoco  svegli (PS) e poi ce ne sono ancora altri (A) 20 da trovare.


Vittoria ha un quadernino dove segna con un cerchietto (O) quelli più facili da trovare, cioè quelli con la torcia più quelli che fanno rumore (O = T + R) e segna anche quelli più difficili (D), cioè i pressappoco svegli e gli altri (D = PS +A).

Dopo un’ora trova 10 bambini (4T + 4R + 1PS + 1A), alla seconda ora di gioco  altri 10 (2T + 3R + 3PS + 2A) e alla terza ora ancora altri 10 (1T + 2R + 4PS + 3A).

Ma Vittoria è sconsolata. Sempre 10 all’ora ne riesce a trovare: i numeri non cambiano.

E poi ha saputo che alcuni bambini non hanno rispettato le regole: uno è andato a fare una corsetta al parco e un altro  è andato a farsi addirittura una bevanda con un amico invitandolo a giocare: sono usciti fuori dal quartiere (Q)!

Così il cerchio si allargherà all’intera città e poi alla nazione e poi al mondo. Sembra un incubo senza fine!

In realtà Vittoria su una cosa ha ragione e su un’altra ha torto. Ha ragione sull’utilità delle misure restrittive del gioco e dei comportamenti individuali corretti da rispettare per non far prendere una brutta piega alla situazione ma sui numeri probabilmente ha torto.

Se avesse guardato l’orologio e con più attenzione il suo quadernino avrebbe capito che forse più della metà della strada era stata fatta e che comunque è vero che i numeri sembravano gli stessi ma in realtà la situazione era migliore, perché, ora dopo ora, era diminuita la percentuale dei bambini segnati col cerchietto (Oed aumentata quella dei bambini più difficili da cercare (D). Era sulla strada giusta.

Veniamo ora alla nostra situazione che ha qualche affinità con quella precedente.

Anche nel nostro caso il numero delle persone bisognose di terapia (T) intensiva  più quello dei ricoverati (R)  negli altri reparti ci dà il totale degli ospedalizzati (O). Quindi anche noi abbiamo O = T + R.

Mentre il numero delle persone positive con pochi sintomi (PS)  sommato a quello dei positivi asintomatici (A) ci dà il numero dei positivi a domicilio (D). Anche nel nostro caso D = PS + A .

Le persone con sintomi naturalmente sono quelle naturalmente che prima vengono registrate dal sistema (di norma le prime sottoposte a tamponi).

Nel nostro caso è come se ci fossero delle barriere umane. Prima quella dei ricoverati, comprensiva delle persone a cui serve una terapia intensiva, poi dietro quella dei poco sintomatici e poi ancora dietro quella degli asintomatici.

Abbiamo visto la difficoltà in alcuni frangenti nel Nord Italia, a metà epidemia, in cui non si riuscivano a testare nemmeno con i tamponi quelli della prima barriera. Ma mentre queste barriere al centro sono numerosissime, quando ci si sposta verso la fine dell’ondata epidemica le abbiamo meno fitte e si riescono a fare i tamponi anche alle persone con pochi sintomi e man mano che la situazione migliora ulteriormente  si riescono a testare più persone e a trovare una percentuale maggiore nella barriera posteriore, quella degli asintomatici.

 Analizziamo i casi totali riscontrati in provincia di Latina, che sono da intendere anche come uno specchio di quello che sta avvenendo nella stragrande maggioranza delle altre zone d’Italia.

Le persone trovate positive sono state 96 nel periodo fino al 16 marzo (periodo 1),  97 dal 17 al 23 marzo (periodo 2) 88 dal 24 al 30 marzo (periodo 3), 92 dal 31 marzo al 6 aprile (periodo 4). Gli ultimi tre periodi sono di una settimana esatta.

Quindi nelle ultime tre settimane abbiamo avuto un rilevamento di casi pressoché costante ma tra i nuovi positivi riscontrati è aumentata notevolmente la percentuale di quelli trattati  a domicilio (D) rispetto agli ospedalizzati (O).

In particolare la percentuale dei nuovi positivi trattati a domicilio è passata dal 40,625% (primo periodo) al 48,45% (secondo periodo), per andare al 63,64% del terzo periodo e per finire nell’ultima settimana (quarto periodo) all’85,87% .

Attenzione! Le considerazioni e il grafico si riferiscono ai nuovi positivi e non a coloro che sono in quel momento “attualmente positivi”.

Una situazione che apparentemente ci sembrava con un andamento costante in realtà è in netto miglioramento: succede a volte che i numeri sembrano  non cambiare… ma in realtà  possono nascondere una situazione migliore. Anche noi quindi siamo sulla strada giusta.

L’importante è rispettare le regole, restare a casa in Quarantena (Q)  e continuare a confidare nel lavoro di chi sta combattendo in prima linea.

Contiamo quindi fino a 20 e poi giriamoci gradualmente: iniziamo ad intravedere il volto di Vittoria…