Trano e l’utilizzo dei fondi per le emergenze di Acqualatina: “Avvisato il governo”

On. Raffaele Trano

Il deputato pontino ex Movimento Cinque Stelle e presidente della commissione Finanze Raffaele Trano in una nota lancia il monito contro Acqualatina e sulla vigilanza che si deve fare sull’utilizzo delle risorse stanziate per l’emergenza idrica 2017. Ma soprattutto, spiega Trano: “Ho già informato premier e ministri”.

Va fatta urgentemente chiarezza sull’utilizzo da parte di Acqualatina delle ingenti risorse pubbliche stanziate per l’emergenza idrica del 2017. Il sud pontino due anni fa ha vissuto mesi d’inferno a causa della mancanza d’acqua, un problema che si manifesta di frequente e che aggiunto a quello della torbidità delle sorgenti costringe spesso gli utenti a rifornirsi di acqua dalle autobotti, senza ottenere mai neppure un centesimo di risarcimento per i mille disagi subiti. Come se non bastasse lo scorso anno è stato poi appurato che il liquido che sgorgava dai rubinetti era pesantemente contaminato da escherichia coli. Non è accettabile. La salute di chi vive nel sud pontino non può essere messa a rischio e non si possono costringere le famiglie a pagare bollette salate per poi non avere neppure un servizio dignitoso da parte di una società a maggioranza pubblica. Attendendo ancora una risposta all’interrogazione che ho presentato l’11 febbraio scorso, sono così tornato a sollecitare la Presidenza del Consiglio dei ministri e i Ministeri dell’ambiente, dell’economia e finanze e della salute. Con un’ordinanza di Palazzo Chigi del 14 agosto 2017, per l’emergenza idrica sono stati previsti fondi per 19 milioni di euro e oltre 6,2 milioni di euro sono stati destinati proprio all’Ato 4 del Lazio. Il piano presentato al commissario regionale prevedeva 3,28 milioni per l’emergenza e 2,99 per l’urgenza, ma poi le somme sono state rimodulate dietro richiesta della conferenza dei sindaci dell’Ato 4, il 22 gennaio 2018, e nella riformulazione tra gli investimenti per l’emergenza sono scomparsi i dissalatori, mentre sono stati inseriti investimenti urgenti per 880.000 euro da impiegare per due nuovi pozzi a Formia, in località Acervara, all’interno del campo pozzi dei “XXV Ponti”. Si tratta di lavori, riproposti il 9 gennaio scorso nel documento presentato da Acqualatina presso la prefettura di Latina, appena iniziati. Con l’apertura di un cantiere che effettuerà “lavori di ricerca d’acqua pubblica sotterranea mediante perforazione di pozzi” per 141.773,45 euro. Ma in tutto questo non è ancora chiaro perché i lavori siano iniziati nonostante non sia stata ancora resa pubblica la relazione conclusiva della fase di monitoraggio dei primi due pozzi aperti affidata al Dicea, il Dipartimento di Ingegneria Civile Edile ed Ambientale dell’Università “La Sapienza” di Roma. Senza contare che, nella precedente relazione “intermedia” a cura dello stesso Dipartimento, è stato evidenziato come lo sfruttamento del campo pozzi dei XXV Ponti appare possibile solo con funzione di riserva straordinaria e con limitati periodi di tempo”, non nascondendo il rischio della formazione del “cuneo salino” in caso di sfruttamento eccessivo e/o prolungato. Alternativamente sarebbe invece possibile impiegare quei fondi per migliorare la captazione dalla sorgente di Mazzoccolo a Formia e da quella di Capodacqua a Spigno Saturnia, interventi previsti, rimandati ed infine abbandonati, considerando che la portata complessiva dei quattro pozzi del Campo dei XXV è stimata in soli 100 l/s. A preoccuparmi sono inoltre gli esiti della riunione indetta dall’Autorità di Bacino dell’Appennino Centrale svoltasi il 20 aprile scorso, durante la quale sono state ipotizzate possibili nuove criticità per l’approvvigionamento idrico nel sud pontino durante la prossima stagione estiva. Ho chiesto quindi nuovamente al presidente Conte e ai ministri Costa, Gualtieri e Speranza di verificare se e come siano state impiegate le somme stanziate con l’ordinanza della presidenza del Consiglio e in quale misura la destinazione finale dei fondi risponda alle previsioni dello scopo originario di combattere il fenomeno della siccità di arginare l’altrettanto preoccupante della torbidità, che rende l’acqua distribuita agli utenti non potabile per lunghi periodi dell’anno. Sto seguendo da anni ormai tali problemi, con il fondamentale aiuto delle associazioni presenti sul territorio, e non si possono attendere ancora risposte su vicende che incidono pesantemente sulla vita dei cittadini e per cui vengono impiegate grandi risorse pubbliche”.

La nota del presidente della Commissione finanze alla Camera Raffaele Trano