Covid-19 e ricoveri, il punto sui dati del contagio: ci si chiede se il virus stia perdendo forza

Ermete Labbadia, laureato da anni in economia e commercio ma appassionato e con una tesi in statistica, continua ad accompagnare h24notizie nella lettura dei dati del contagio dell’emergenza Covid-19.

“L’altra sera un virologo del San Raffaele, Massimo Clementi,  ha affermato nella trasmissione 8 e mezzo su La7 “Il profilo clinico di questa malattia è mutato, adesso non arrivano più persone che hanno necessità della terapia intensiva. La malattia si sta modificando. L’epidemia si sta svuotando e il coronavirus diventerà innocuo come un raffreddore”


Ieri sera nella trasmissione “Quarto Grado” su Rete 4, quasi a confermare la stessa ipotesi, pur non avvalorata ancora da studi scientifici,  uno dei primari dello stesso ospedale ha affermato che l’11 aprile scorso c’è stata l’ultima persona entrata in terapia intensiva al San Raffaele. 

Il virologo Bassetti, sicuramente non nella stessa linea d’onda, ha comunque ammesso che anche dove lui lavora a Genova l’ultimo paziente è entrato in terapia intensiva intorno alla metà di aprile.

In effetti noi già dal 7 aprile (Post sul “nascondino” dal titolo “Tana libera tutti” https://www.h24notizie.com/2020/04/07/coronavirus-a-latina-e-provincia-dati-costanti-no-in-miglioramento ) avevamo notato che la composizione dei nuovi positivi in provincia di Latina fosse radicalmente cambiata: si era passati in pratica da una percentuale vicina al 70% di nuovi positivi ospedalizzati di inizio marzo, ad una situazione inversa ad inizio aprile in cui circa il 90% di nuovi positivi era  trattato a domicilio (evidentemente pauci sintomatici o asintomatici).

La nostra conclusione, avvalorata poi dalle successive pubblicazioni su alcuni siti internet dell’andamento delle chiamate al 118 della regione Lombardia per motivi respiratori e infettivi e dai bollettini degli ospedali laziali da cui si intuiva chiaramente che la pressione di nuovi ricoveri sulle strutture era diventata subito dopo il 15 aprile insignificante o inesistente, è stata che la curva del contagio ufficiale, ricavata dai Bollettini ufficiali,  fosse tutt’altro che veritiera.

In realtà, a nostro parere, il numero di nuovi positivi ora rispetto a quello del periodo più critico di metà marzo non è di un terzo o di un quarto, come si evince dai Bollettini ufficiali,  ma è molto probabilmente di oltre un ventesimo.

Questo lo abbiamo dimostrato, facendo ricorso a semplici argomenti matematici e statistici in diversi post, (ricordiamo tra gli altri  la storia di Libero, del dipinto sulla parete e del battiscopa https://www.h24notizie.com/2020/04/19/covid-19-lanalisi-dei-dati-raccontata-letteralmente-da-ermete-labbadia);

L’ultimo post a riguardo lo abbiamo pubblicato proprio ieri e per chi volesse approfondire l’argomento può trovarlo sempre  su h24notizie  https://www.h24notizie.com/2020/05/08/coronavirus-perche-prendendo-decisioni-in-base-allrt-si-puo-sbagliare-lintervento  o scorrendo la  pagina  http://www.inventaunfilm.it/coronavirus-aggiornamenti-statistiche-in-italia-/articoli13431 , dove si possono trovare tutti i nostri punti quotidiani.

Una cosa quindi è certa: la curva dei casi medi o gravi è completamente diversa da quella ufficiale. Ricorda molto la curva gaussiana, ha molta più pendenza e quindi il valore di Rt di conseguenza in molti periodi è stato notevolmente migliore da quello indicato dagli esperti che fanno riferimento alla curva ufficiale.

Per capire se questo dipenda da un indebolimento del virus oppure, come sostenuto da noi, da un indebolimento della propagazione del contagio, che non si è evidenziata nei bollettini ufficiali a causa sia dell’aumento del numero dei tamponi e sia della variabilità delle persone sottoposte a test( nella prima fase dell’epidemia non erano testati pauci sintomatici ed asintomatici) sarebbero molto utili i test sierologici a campione.

Se la percentuale di nuovi asintomatici fosse  rimasta più o meno inalterata  nel tempo allora vorrebbe dire che a diminuire è stato il contagio, se invece fosse aumentata di molto allora è il virus che si sarebbe indebolito.

Quindi a questo punto si può andare a festeggiare con un drink sui Navigli a Milano senza mascherine e fregandocene dei distanziamenti? Assolutamente no!

Noi siamo molto ottimisti sul fatto che non ci sarà un aumento dei contagi, dovuto alle riaperture, ma proprio perché partiamo dal presupposto, oltre che di una curva del contagio migliore, che la stragrande maggioranza utilizzerà tutte le precauzioni raccomandate: si verificheranno solo pochi isolati focolai in cui saranno coinvolti inizialmente proprio alcune persone che non avranno rispettato le regole.

Ma ci sono altri due motivi per cui è consigliabile non abbassare la guardia.

Ermete Labbadia

Sicuramente il periodo di 15 giorni di quarantena è insufficiente, nel senso che l’esperienza reale ha dimostrato che  una percentuale consistente di asintomatici rimane positiva anche per un periodo di un mese (qualcuno arriva addirittura a due mesi).

Il secondo motivo è che molte volte facendo i test si verificano dei falsi negativi. Addirittura, secondo alcune ipotesi, in più del 20% dei casi persone che hanno un tampone negativo in realtà poi si rivelano positive.

Quindi in questo caso ci potrebbero più o meno il  5% di pazienti  dichiarati ufficialmente guariti, perché hanno avuto due test falsi negativi di fila, che in realtà ancora sono positivi e possono trasmettere il virus.

Guardiamo comunque i dati confortanti evidenziati nella Tabella oggi pubblicata, da cui si evince nella prima colonna il record positivo stabilito ieri di diminuzione più marcata di persone contemporaneamente in terapia intensiva: 1168 (-143) in Italia.

Notiamo dalla colonna successiva che quasi ovunque è negativo ( e quindi confortante)  l’incremento percentuale a tre giorni di posti occupati in terapia intensiva.

Dalle colonne successive, inoltre, si evince che anche secondo i dati ufficiali la media giornaliera di nuovi contagiati scende in tutte le regioni italiane settimana dopo settimana.