Alla scoperta del castrum di Minturnae: accantonato il virus, via agli scavi

Con l’emergenza sanitaria da nuovo coronavirus che si avvia ad essere messa sotto controllo, e le conseguenti riaperture della cosiddetta Fase 2, tornano anche i cantieri archeologici: all’inizio della prossima settimana nel Sud Pontino parte la campagna di scavi per far tornare alla luce il castrum di Minturnae, l’antica città romana un tempo ubicata nei pressi del fiume Garigliano. Un progetto di scavo, recupero e restauro basato su delle precise indagini svolte dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle province di Frosinone, Latina e Rieti, che hanno confermato la presenza, nel sottosuolo, di una moltitudine di ulteriori reperti degni d’interesse. Uno scrigno di certezze storiche e segreti ancora da disvelare, quell’area. Al centro di una campagna che h24notizie cercherà di seguire da vicino, passo dopo passo.


Il primo intervento, denominato “Interventi di Scavo e restauro dell’Area Archeologica del Castrum dell’antica Minturnae”, come spiegato dalla Soprintendenza, è finanziato con fondi della programmazione europea 2007/2013, e permetterà di ricollegare i complessi monumentali situati nei pressi della via Appia, contribuendo a valorizzare un luogo di straordinario interesse archeologico.

L’area da indagare (in giallo sulla mappa) è più precisamente quella compresa fra il Tempio L, il muro di confine del Comprensorio archeologico, il limite con il vicino cantiere relativo al secondo intervento ed uno stradello naturale, che sarà utilizzato come collegamento con la strada lungo il fiume.

L’intervento durerà circa un anno e prevede lo scavo archeologico dell’area, interventi di consolidamento e restauro delle strutture murarie e studi specifici di carattere archeologico-architettonico per la ricostruzione dell’area oltre, se necessarie, analisi specialistiche (datazioni radiometriche, antropologiche, sedimentologiche, paleobotaniche, paleontologiche, eccetera).

Il cantiere aveva già preso avvio nel mese di febbraio con l’attività di cantierizzazione e di predisposizione dell’area, ma ha dovuto sospendere le attività a causa dell’emergenza Covid. Durante la settimana appena trascorsa sono stati effettuati i sopralluoghi per valutare gli adeguamenti per la ripresa in sicurezza delle attività.

Il secondo lotto, denominato “Interventi di scavo restauro e valorizzazione del tratto della via Appia sul castrum dell’antica Minturnae-Minturno”, prevede la rimessa in luce, la valorizzazione e la fruizione di un tratto di via Appia che attraversa il Castrum di Minturnae nei pressi del punto di attraversamento del fiume Liris, oggi Garigliano (area in rosso sulla foto).

Questa azione rientra nel grande progetto ministeriale Appia Regina Viarum (QUI i dettagli), che coinvolge ben quattro Regioni italiane e interessa l’intero tracciato della più importante strada dell’antichità.

L’intervento avrà una durata di circa 9 mesi, sottolineano dalla Soprintendenza, e riguarderà l’area sulla quale nella primavera-estate del 2003 è stata condotta un’indagine archeologica che costituisce la prima vera ricerca scientifica sul Castrum dai tempi degli scavi borbonici (localizzabili grazie alla cartografia coeva e ai parziali scavi degli anni 1930-33). In quell’occasione lo scavo ha riportato in luce, su un lato dell’antico lastricato, l’imponente scalinata di accesso al tempio del divo Giulio o di Venere genitrice. Sul lato opposto, davanti al monumentale basamento in pietra di un edificio ancora sconosciuto, una selva di resti architettonici confrontabili con quelli degli edifici pubblici lungo l’Appia nell’area urbana già nota.